2020

Il pagellone del Calciomercato: Atalanta da grande, Torino in confusione

Pubblicato

su

Tempo di pagellone al termine di una lunghissima sessione di calciomercato: tra promossi e bocciati, analizziamo le manovre delle 20 protagoniste della Serie A.

ATALANTA 8.5 Una sola cessione di rilievo, quella di Castagne, a fronte di alcuni innesti fondamentali per ampliare le rotazioni. Da Romero a Depaoli, da Lammers a Miranchuk, tutti avranno le loro chance. E le casse continuano a sorridere con il clamoroso passaggio del baby Traore allo United. Da outsider a grande, la rotta è segnata.

BENEVENTO 7 Look rifatto completamente in attacco con lo stuzzicante trio Lapadula-Caprari-Iago Falque. Con Dabo e Ionita c’è sostanza a centrocampo, Glik assicura leadership ed esperienza nel reparto arretrato. La più attiva e intraprendente tra le neopromosse.

BOLOGNA 5.5 De Silvestri la sicurezza, Vignato e il prorompente scozzese Hickey le scommesse. Senza perdite di rilievo, è stato un lavoro nel segno della continuità. Ma anche privo di acuti per tentare un salto verso l’alto.

CAGLIARI 6 Godin può esaltare la Sardegna Arena, Marin è un metronomo solido e affidabile, Ounas al fotofinish un tassello di imprevedibilità e freschezza per il 4-3-3 di Di Francesco. Ma il fallimento dell’operazione Nainggolan è un macigno tutto da metabolizzare.

CROTONE 5 Moltissime le operazioni concluse dai calabresi, ma con l’impressione che la montagna da scalare per Stroppa sia davvero improba. Magallan, Eduardo e Riviere i colpi più interessanti nel contesto di un mercato d’alta quantità ma di rivedibile qualità.

FIORENTINA 6 Castrovilli a parte, è una linea di centrocampo tutta nuova con Bonaventura, Amrabat, Callejon e i ritorni di Borja Valero e Biraghi anche se la partenza di Chiesa è un malus non indifferente. Oltretutto, la caccia a un bomber di spessore, da Piatek a Milk, si è rivelata vana.

GENOA 7 Il consueto tourbillon del Grifone sembra stavolta promettere decisamente meglio del solito: Zappacosta e Pellegrini per rivitalizzare le fasce, Badelj, Zajc più Pjaca formano una connection balcanica di tutto rispetto, l’uzbeko Shomurodov l’intuizione per l’attacco.

INTER 8.5 Hakimi vale più o meno da solo l’eccellenza di un mercato che ha portato in dote, insieme a Kolarov e Vidal, carisma ed esperienza per vincere subito. E i ritorni di Nainggolan e Perisic possono rivelarsi armi taglienti nell’arsenale di Conte. Con un esterno di piede mancino sarebbe stata una campagna pressoché perfetta.

JUVENTUS 7 Al netto di una gestione discutibile nella ricerca del centravanti (da Suarez alla seconda scelta Dzeko al ripiego Morata), gli arrivi di Kulusevski e Chiesa sono eccezionali in chiave presente e futuro. Arthur e Mckennie rinforzano una linea mediana che, tuttavia, desta ancora qualche perplessità.

LAZIO 5 Dopo aver combattuto a lungo per lo Scudetto, era probabilmente il caso di compiere qualche sforzo per avvicinarsi a Juve e Inter. Paragonando Hoedt, Fares, Andreas Pereira e Muriqi agli acquisti altrui, la sensazione netta è che, a scanso di nuovi miracoli targati Inzaghi, il divario si sia invece ampliato.

MILAN 6.5 Tonali il gioiello da copertina, Brahim Diaz, Hauge e Dalot per perseverare con la linea verde. Lo scacchiere rossonero sembra ben assortito e funzionale ai dettami di Pioli, per quanto un difensore centrale in più fosse probabilmente necessario per puntare senza mezzi termini all’obiettivo Champions League.

NAPOLI 7.5 La conferma di Koulibaly è la migliore delle notizie per la formazione partenopea. L’arrivo di Osimhen può far sognare in grande, il colpetto Bakayoko regala una pedina più preziosa di quanto si possa immaginare.

PARMA 5 Sostituire Kulusevski sarà sostanzialmente impossibile per un gruppo che perde anche Darmian ma che per il resto è pressoché invariato. Gli acquisti del neo proprietario Krause sono invece tutte matricole: da Valenti a Mihaila, da Brunetta a Cyprien, il rischio meteora è da mettere in conto.

ROMA 6.5 Kumbulla l’esborso più impegnativo, Smalling e Mkhitaryan i cavalli di ritorno che Fonseca attendeva con ansia, Pedro il collante perfetto per assecondare il totem Dzeko che per la terza volta in pochi anni ha tenuto i tifosi giallorossi con il fiato sospeso. Sulle fasce, però, continua a mancare qualcosa e la definitiva rinuncia a Florenzi rimane inspiegabile.

SAMPDORIA 7 Candreva, Adrien Silva, Keita e, forse, Asamoah. Il mercato blucerchiato è letteralmente lievitato negli ultimi 10 giorni, anche se sono mancate le ciliegine iberiche in attacco (Llorente) e difesa (Ferrer). Claudio Ranieri può però guardare con serenità all’obiettivo centroclassifica.

SASSUOLO 6.5 Giudizio più che positivo dovuto in buona parte alla conferma delle stelle: Locatelli, Boga, Berardi, Djuricic, Caputo e, naturalmente, coach De Zerbi hanno tutti mostrato fedeltà al progetto neroverde. Il centrocampista ex Marsiglia Lopez e il centrale turco Ayhan gli inserimenti più interessanti, ma l’Europa resta impresa complicata.

SPEZIA 5.5 Il coraggio e il talento di Italiano dovranno essere la spinta verso una durissima salvezza all’esordio in Serie A. Dal mercato sono arrivati elementi di esperienza (Zoet, Mattiello, Farias, Deiola, Ismajli per citare i più in vista), ma la qualità sembra modesta. Vari approcci ma nessun guizzo per una zona gol che sarà totalmente o quasi sulle spalle di Galabinov.

TORINO 4.5 La caccia sfrenata al regista (soprattutto Torreira) si è conclusa senza un regista. Il lungo corteggiamento a Ramirez un buco nell’acqua e, come trequartista, la scelta è ricaduta sulla scommessa bosniaca Gojak. La gestione del caso Izzo resta incomprensibile: poco adatto al sistema di Giampaolo, il rischio svalutazione è altissimo. Il popolo granata meritava qualcosa in più dei vari comprimari targati Samp (Linetty, Murru, Bonazzoli).

UDINESE 6.5 Sufficienza piena raggiunta al fotofinish grazie ai trasferimenti “homemade” con il Watford: Pereyra, Pussetto e Deulofeu assicurano un progresso tangibile nella rosa di Gotti. Più di ogni altra cosa, però, la salvezza potrà passare dalla conferma di De Paul.

VERONA 6.5 Squadra rivoltata come un calzino e ampiamente potenziata dopo le lamentele di Juric. La chicca finale di Kalinic può risultare la chiave di volta per rendere il sistema scaligero definitivamente competitivo per l’Europa.

Exit mobile version