2013

Il Napoli e l’anno buono: da smentire i detrattori del cambiamento

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I dati dell’avvio di stagione e la concorrenza: può essere la stagione degli uomini di Benitez

SERIE A NAPOLI – La netta vittoria ottenuta contro un modesto Livorno – a dire il vero non c’è mai stata partita al San Paolo – dà solidità ad una classifica che sorride agli uomini di Benitez: secondo posto alle spalle della Roma sorprendentemente a punteggio pieno, grazie a sei vittorie ed un inatteso pareggio casalingo contro il Sassuolo.

UNA SQUADRA CHE FUNZIONA – Se ne dicono tante sul valore complessivo della retroguardia partenopea ma ad oggi il Napoli vanta la seconda miglior difesa del campionato, con quattro reti subite: ha fatto meglio soltanto la Roma con un solo gol al passivo. E’ vero, forse dalla sessione estiva di calciomercato – in relazione alla cessione di Cavani ed alla promessa fatta proprio dal presidente Aurelio De Laurentiis sui 124 milioni da investire –  si sarebbe potuto attendere un rinforzo di spessore ma così non è andata: il Napoli in tal senso ha palesato qualche limite nella vittoriosa trasferta di Verona ma nel complesso ha subito poco segnando invece tanto. Diciotto reti, ancora alle spalle della Roma, a testimonianza di una squadra che ha già rintracciato equilibri funzionanti seppur in attesa di ulteriori conferme contro avversarie di pari calibro.

I SEGNALI POSITIVI – Innanzitutto sul piano della personalità: la tanto agognata mentalità vincente è arrivata insieme all’approdo di Rafa Benitez, un tecnico che nel suo biglietto da visita vanta un curriculum di primo rilievo. Con lui gli oramai soliti noti che hanno già vinto con la maglia del Real Madrid: ciò che più conta è competere per larga parte di una carriera ad altissimi livelli – sul palcoscenico nazionale così come su quello internazionale – in modo tale da non soffrire la tensione dell’impegno che cambia la stagione. O la necessità, come si suole dire in gergo, di stare sempre sul pezzo. Anche chi già era parte integrante del Napoli ha potuto sviluppare tale attitudine nell’era Mazzarri e dunque sembra essersi creato il mix giusto per giocarsela esclusivamente sul piano tecnico e non pagare in termini di mentalità. Poi è stato detto: l’organico non è completo ma dalla prima applicazione del turnover i punti persi sono soltanto due con una sconfitta in Champions  che – di fronte alla capolista del campionato probabilmente oggi più competitivo al mondo – ci sta tutta.

LA CONCORRENZA – Partiamo da quella europea: il girone eliminatorio della Champions League è palesemente il gruppo più complesso dell’intera manifestazione e dunque il Napoli può sì giocarsi le sue carte pur prevedendo però ogni ipotesi possibile. Impensabile fare i conti: si vive alla giornata puntando forte sullo specialista di turno, quel Rafa Benitez che ha centrato per due volte la finale alla guida di una squadra non propriamente di primissima fascia. In territorio nazionale l’impressione personale è sempre stata quella che il discorso scudetto si giocasse tra Juventus, Napoli e Fiorentina nelle vesti di terza incomoda: se i viola hanno sofferto le assenze chiave di questo primo scorso di stagione la sosta è salvifica in tal senso e spetta agli uomini di Montella invertire un trend leggermente al di sotto delle aspettative. Ad oggi il ruolo lo sta recitando la Roma: forte, fortissima, ma difficilmente da scudetto. L’avversaria è ancora la Juve? Probabilmente sì. Gli uomini di Conte giocano male e vincono, figurarsi quando inizieranno a girare. La sensazione però resta di una certa difficoltà a ripetersi per il terzo anno consecutivo: ecco che la strada solcata dal Napoli – con le milanesi in tal senso fuori causa – sembra essere meno trafficata. E’ un Napoli che già funziona: Allegri con il Milan ha vinto al primo anno, Conte pure con la Juve ed è questa la risposta a chi pensa che i cambiamenti siano sempre portatori di instabilità.

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