2017

Il Napoli di Sarri è bello ma non balla

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Gli uomini di Sarri, sul campo dell’Empoli, hanno mostrato ancora una volta gli stessi limiti che si portano dietro da inizio stagione. Attacco super ma tenuta mentale non da top club, i temi della sfida del Castellani

Il lunch match domenicale ha lasciato tanti spunti di riflessione sulla squadra di Sarri, ad iniziare dalla prima vittoria assoluta sul campo dell’Empoli. Il Castellani, prima di essere depredato da Insigne e Mertens, infatti, non aveva mai regalato gioie al Napoli: 6 partite giocate, di cui 2 vittorie dei padroni di casa e 4 pareggi. Un motivo per sorridere sì, se non fosse che ce ne sono due che fanno preoccupare eccome. Il numero dei gol subiti sale, infatti, a 32 dopo il 2-3 maturato contro i toscani che, in precedenza, ne avevano segnati soltanto 15 in stagione. Attacco, dunque, non proprio irresistibile che ha, però, fatto breccia eccome nella difesa napoletana. Dopo un’ora di gioco da Napoli, nell’ultima mezz’ora si è spenta la luce di Hamsik e compagni dando, indirettamente, forza all’idea di rimonta dei padroni di casa. Sta tutto qui il perchè il Napoli, che gioca il miglior calcio d’Italia e uno tra i migliori a livello europeo, non raccoglie trofei in maniera proporzionale alla bellezza del suo stare in campo. Per vincere non basta segnare tanto, ma serve non subire altrettanto e una tenuta mentale capace di coprire solo parzialmente la durata dei match finisce inevitabilmente per incidere negativamente. E’ questa la chiave di volta su cui dovrà lavorare Sarri per trasformare una squadra bella in vincente.

LA RIVOLTA DEGLI EX – Autore del gol che ha riaperto la sfida manco a dirlo è stato un ex calciatore del Napoli, Omar El Kaddouri. Il marocchino è assistito da Mino Raiola, il quale non ha risparmiato qualche stoccata a Sarri ai microfoni delle radio campane: «Sarri sceglie in base ai suoi interessi, facendosi suggerire la formazione da schierare», addebitando le cause dell’addio del trequartista al tecnico toscano. Rapporto tormentato come quello con Manolo Gabbiadini, che non citò l’allenatore nella sua lettera di addio al Napoli. Indice, appunto, di una situazione non idilliaca tra i due. Ma se il rapporto con El Kaddouri si era incrinato per la questione del mancato rinnovo contrattuale, con l’attuale centravanti del Southampton il discorso era prettamente tecnico. Manolo non si è sentito capito da Sarri, incapace di farne il dopo Higuain. Eppure a vederli sul campo di allenamento di Dimaro, la sensazione predominante era che i due parlassero due lingue diverse calcisticamente, il che non poteva che portare ad un divorzio. Diventare grandi passa, però, inevitabilmente anche da una diversa gestione dei casi che scoppiano all’interno dello spogliatoio. Napoli, sei bello ma per vincere devi iniziare a ballare.

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