2016

Cocciuto e timorato, Sarri getta la spugna: buona Bundesliga a tutti!

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Atalanta – Napoli, l’analisi della sorprendente sconfitta degli uomini di Sarri

La caduta è rovinosa, la resa clamorosa. Il Napoli disputa la sua peggiore gara stagionale ed esce sconfitto dall’Atleti Azzurri d’Italia, contro un’Atalanta che neanche ha faticato più di tanto per avere la meglio sui partenopei. Juventus capolista ora distante quattro lunghezze, preoccupante e spiazzante la resa dell’allenatore Maurizio Sarri nell’immediato post-partita. Ma procediamo per punti.

NO AL TURNOVER: PERCHÉ? – Il Napoli un anno fa, nelle battute decisive della sua stagione, ruotò poco e nulla gli uomini a disposizione e finì per giungere con il fiato corto. Facile ricordare il mese di febbraio: le sfide ravvicinate a Juventus, Fiorentina, Milan e Villarreal di fatto estromisero i partenopei dal raggiungimento degli obiettivi massimi. Tutto giusto però: l’organico non consentiva turnazioni di valore e qualità. Ora che invece queste sono possibili, perché non vengono sfruttate a fondo? Jorginho (su tutti) ed Hamsik sono apparsi chiaramente sulle gambe dopo i tanti impegni consecutivi, perché non gettare nella mischia Amadou Diawara e Marko Rog? Oltre trenta milioni investiti su due prospetti di caratura internazionale, alla voce minutaggio incombe tuttora un terrificante zero.

COME UNA SETTA – Allora la domanda sorge spontanea: ma quali requisiti tattico-temporali occorrono per entrare integralmente a far parte di questo Napoli? Milik e Zielinski ci hanno impiegato poco, probabilmente perché ritenuti più pronti da Sarri, ma per gli altri è andata in maniera opposta. E dunque qual è il prezzo da pagare per assistere ad un Napoli esteticamente così bello? Alle volte pare si venga posti di fronte ad equilibri tanto sottili da poter essere allegoricamente paragonati a quelli di una setta: vietato entrare insomma, se non dopo un lungo ed impervio percorso di apprendimento. Manca leggerezza. Manca propensione al rischio. Se la ride Alberto Grassi che, prelevato a gennaio per quasi dieci milioni di euro, a Napoli non ha visto il campo ma ieri è stato ad un passo dal chiudere personalmente la contesa. Eppure con Rog e Diawara, lo abbiamo esplicitato, parliamo di tutt’altro.

LA RESA – Incondizionata. Maurizio Sarri getta la spugna quando è a malapena iniziato ottobre e riconosce la manifesta superiorità della Juventus. Che nei fatti e nei parametri economici ci sta pure, figurarsi, ma che a furia di ricordargliela ha reso i bianconeri invincibili. E’ un approccio errato: la proprietà partenopea – con tempistiche e modalità senz’altro discutibili – ha risposto allo smacco Higuain con una campagna acquisti di tutto rispetto. Sarri ha a disposizione la rosa per essere competitivo sui vari fronti stagionali, arrendersi ora non gli rende lo status da allenatore tarato per una grande squadra.

NAPOLI UNICA CHANCE – A maggior ragione che il Napoli, allo stato dei fatti, sia l’unica reale antagonista della Juventus sul palcoscenico nazionale. Le altre due, per validità d’organico, sarebbero Roma ed Inter: ma anche ieri nello scontro diretto, dopo diverse altre uscite in tal senso, hanno manifestato il loro disequilibrio. Troppo facile attaccarle, troppo facile che perdano punti ed ulteriore autostima per strada. Il Napoli – proprio per merito del suo allenatore – vanta oggi un impianto generale più evoluto: ragion per cui, caro Sarri, si rimbocchi le maniche e ci eviti un monologo Bayern in salsa Bundesliga.

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