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Il Monza di Berlusconi: ambizione e tanta cura nella comunicazione
Alla scoperta del Monza di Berlusconi, Galliani e mister Raffaele Palladino: storia di un’evoluzione
Ha una storia secolare il Monza. Eppure in Serie A non lo avevamo mai visto, prima di oggi. Fondato nel 1912 ci ha impiegato ben 110 anni prima di assaporare il grande calcio. Nel frattempo è passato anche da un fallimento, quello del 2015. Talvolta è necessario toccare il fondo prima di risalire e raggiungere vette che sembravano impossibili. Così è stato per i brianzoli che dal 2018 sono stati acquistati da Silvio Berlusconi, nostalgico del pallone assieme al suo fido compare Adriano Galliani. L’imprenditore e il dirigente si sono riuniti, in memoria dei tempi del grande Milan, per rivivere sensazioni del passato e godere di tutte quelle emozioni che lo sport e nel caso specifico il calcio sono in grado di regalare. Hanno quindi ricostruito gradualmente la squadra, puntando su alte professionalità anche in società. Il fiore all’occhiello della loro gestione è rappresentato da Monzello, una sede moderna e funzionale con strutture all’avanguardia tra campi di allenamento, tribune, spogliatoi, palestra, uffici e centro direzionale.
Dal calciomercato è arrivata una rosa della squadra notevole
Tra la Serie B e la Serie A ci sono differenze abissali. Per questo Adriano Galliani, a capo dell’area sportiva, ha messo in atto una vera e propria rivoluzione in sede di calciomercato. Tra riscatti e nuovi arrivi sono diciannove le operazioni in entrata complessivamente realizzate dalla dirigenza lombarda, che hanno dato una fisionomia completamente diversa al gruppo. Tra i pali è arrivato Cragno per alternarsi con Di Gregorio; in difesa Marlon, Izzo e Pablo Mari oltre a Ranocchia che ha dovuto interrompere anzitempo la carriera a causa di un infortunio; a centrocampo il Monza si è dato alla pazza gioia riportando a casa Pessina e aggiungendo altri tasselli di qualità come Sensi e Rovella; in attacco, invece, per completare un reparto che annoverava già Gytkjær e Mota sono stati acquistati Gianluca Caprari e Andrea Petagna. L’inizio è stato faticoso, come spesso capita a chi decide di cambiare così tanto, ma la quadra sembra ora stata trovata. Determinante è stato anche il cambio di allenatore, tempestivo, con saluti e ringraziamenti all’uomo della promozione Giovanni Stroppa e la chance della carriera data al giovane Raffaele Palladino. Quest’ultimo ha subito trovato la chiave per entrare nella testa dei calciatori e riprendere in mano un campionato che stava sfuggendo.
Raffaele Palladino erede di Sacchi?
Adriano Galliani e Silvio Berlusconi non sono nuovi a scommesse per quanto riguarda la figura dell’allenatore. La prima, clamorosa, riguardò Arrigo Sacchi, sconosciuto ai più e senza un passato da calciatore. L’inizio del tecnico di Fusignano non fu all’altezza della situazione tanto che si insinuarono immediati i dubbi da parte di tutto l’ambiente. La proprietà in quel momento, però, difese a spada tratta il visionario mister con il quale arrivarono risultati sorprendenti che portarono il Milan sul tetto del mondo in breve tempo. Anche Fabio Capello, che invece aveva alle spalle un percorso importante sul rettangolo di gioco, fu catapultato in prima squadra quando aveva pochissima esperienza. Insomma, stiamo parlando di uomini lungimiranti in panchina. Ecco perché la scelta di Palladino non è stata una sorpresa assoluta. Va detto, però, che non tutte le mosse di questo tipo si sono poi rivelate azzeccate, anzi! Clarence Seedorf, Cristian Brocchi e Filippo Inzaghi non hanno avuto lo stesso brillante percorso. Toccherà all’attuale tecnico di Mugnano costruirsi il proprio futuro per capire di quale categoria entrerà a far parte. Certamente l’inizio ha lasciato ben sperare ma è presto per ogni tipo di bilancio.
Cura di tutti gli aspetti della comunicazione
La comunicazione è sempre stata un punto di forza di Silvio Berlusconi. L’imprenditore è stato uno dei primi a capire l’importanza del mezzo televisivo e come utilizzarlo per perseguire il proprio fine. Chiaramente la componente politica ha sempre avuto un ruolo di rilievo, ma anche nello sport l’ormai 86enne milanese ha sempre saputo il fatto suo. L’ultima mossa è stata l’apertura di un account su TikTok con tanto di barzellette raccontate: un modo per avvicinarsi anche alle ultimissime generazioni che più frequentemente utilizzano questo social. Anche per il Monza questa strada è stata battuta con discreto successo. Anche qualche acquisto è stato utile alla causa, come quelli di Balotelli e Boateng che sul campo non portarono chissà quali vantaggi ma fuori invece spinsero il club brianzolo nel 2021 a superare i 100 mila follower su Instagram. Così come quel “forza Monza”, messaggio così banale se vogliamo e che potremmo definire istituzionale in realtà, dopo il successo contro la Juventus, il primo storico in Serie A, ha assunto un significato molto più importante con relativo impatto social data la forza d’urto del patron. Insomma, nella comunicazione nulla può essere lasciato al caso ma bisogna sempre affidarsi a chi è esperto nel settore, come famacs.agency. Nel calcio, poi, conta vincere e il duo al comando rappresenta una vera e propria garanzia. Dopo la promozione l’asticella si è alzata ancora di più per cui i tifosi biancorossi sognano un futuro luminoso.
Massima attenzione nelle dichiarazioni e “brand Berlusconi”
Negli anni il mondo si è evoluto per cui le possibilità comunicative che esistevano 36 anni fa, quando Berlusconi comprò il Milan, non sono le stesse di oggi. Sebbene anche il presidente e il suo braccio destro Galliani siano andati di pari passo con i tempi, anticipandoli talvolta, alcuni concetti sono rimasti invece inalterati. Entrambi hanno avuto ruoli importanti nell’ambito della comunicazione ed è inevitabile che ciò abbia avuto ripercussioni anche nella gestione del club. La rilevanza mediatica del Monza risente chiaramente di due figure così ingombranti che nello sport hanno conquistato enorme prestigio tramite la conquista di numerosi trofei nel corso della lunga esperienza al Milan. Come avveniva con i rossoneri anche in terra brianzola c’è grande attenzione alle dichiarazioni di tutti i tesserati, un po’ da vecchio stile che non muore mai. E se ci sono problemi li risolvono in prima persona ma è difficile sgarrare e andare contro alle regole di casa Monza. Pena multa o anche cessione. D’altro canto i ruoli sono ben definiti così come il rispetto delle gerarchie. Perché certe cose cambiano pure, ma altre no. E se hanno segnato un’epoca tanto vale mantenerle.