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2014

Il Mondiale di Falcao: Nessuno come Radamel, parola di Simeone

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Viaggio tra le stelle di Brasile 2014: è il turno di Radamel Falcao

MONDIALI BRASILE 2014 FALCAO COLOMBIA – Potrà sembrarvi strano ma un signore che risponde al nome di Radamel Falcao una Coppa del Mondo non l’ha mai giocata: paga il decennio nero attraversato dalla sua Colombia – non in grado di accedere ad alcuna delle tre edizioni disputate nel nuovo millennio – ed in chiave futura il grave infortunio al legamento crociato subìto lo scorso 22 gennaio in Coppa di Francia con la maglia del Monaco.

O FORSE NO – Lotta come un leone Radamel: è roba nota, quando si parla di legamento crociato i tempi di recupero sono importanti. Si va nell’ordine dei sei mesi e dunque, considerando la data dell’infortunio e procedendo a banale addizione, il responso è scontato: El Tigre salta il Mondiale. Uno che però porta questo appellativo e vive una fervente fede cattolica ritiene che con lotta e speranza nulla può essere precluso: da qui l’inseguimento ad un recupero record, lavoro fisico a ritmi impressionanti – in patria giurano di averlo visto all’opera fino a notte fonda – per rispondere presente al grande avvenimento mondiale.

“NESSUNO E’ COME RADAMEL, IL MIGLIOR NOVE AL MONDO” – Timbrato Diego Pablo Simeone, uno che di questi tempi è bene stare ad ascoltare: dichiarazione che risale ad un anno fa, quando Radamel Falcao chiudeva l’esperienza all’Atletico Madrid con 70 reti in 91 gare complessive. Un mostro, un caterpillar oltre ogni ragionevole dubbio. Poi verrà ceduto dai Colchoneros che, di fatto senza sostituirlo, vinceranno la Liga ed arriveranno a cento secondi dalla Champions League. Ma questa è tutta un’altra storia. I numeri del Tigre sono impressionanti: media ancor superiore in quel di Porto – 72 gol in 87 partite – e spetta a lui l’irraggiungibile primato di due titoli cannonieri vinti consecutivamente in Europa League con due squadre diverse. Porto prima ed Atletico Madrid poi, appunto, con le due squadre che non casualmente si sono aggiudicate le due edizioni dell’Europa League trascinate dalle reti del colombiano. Uno che segna in tutti i modi: destro e sinistro, in progressione e nel gioco aereo, dalla media distanza o negli ultimi metri, di fisico o tecnica.

I CAFETEROS SPERANO – L’ossessione di Falcao è la fortuna della Colombia. Con Radamel il ruolo dell’outsider le spetta almeno quanto al Belgio, senza è una storia a tratti differente: non che alla Colombia manchino attaccanti, Jackson Martinez su tutti ma anche i vari Carlos Bacca ed Adrian Ramos – che hanno segnato a raffica con le maglie di Siviglia ed Hertha Berlino, quest’ultimo già passato ufficialmente al Borussia Dortmund per la prossima stagione – fino alle nostre promesse Luis Muriel e Victor Ibarbo o alla consolidata esperienza nazionale di Teofilo Gutierrez. I problemi insomma sembrano risiedere altrove e non certamente negli ultimi metri di campo ma un Falcao, seppur non al meglio del suo vigore atletico, è una carta poco comune. Pochi giorni e la verità finale sarà svelata: gli occhi della Tigre sono infuocati, provate a dirgli di no.