Il miglior regalo di Natale: Don Andrés Iniesta - Calcio News 24
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Il miglior regalo di Natale: Don Andrés Iniesta

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iniesta andres spagna (partita primo piano) ifa

10… e lode nel mondo Iniesta: campione totale di Spagna e Barcellona, calciatore pazzesco

Vicente Del Bosque, il selezionatore della nazionale che ha poi trionfato in quel di Sudafrica 2010 portando in Spagna la prima Coppa del Mondo nella storia, lo ha definito il Federer del calcio: uno che ha tecnica perfetta e la esprime con massima disinvoltura, senza sforzo, quasi senza sudare. A cercarle parole che esprimano così efficacemente il fenomeno in essere non esistono.

L’EXTRATERRESTRE INIESTA – Viene davvero da pensare che Andrés Iniesta sia il calciatore perfetto per come riesca ad abbinare tutto il suo strapotere tecnico con la consapevolezza della propria natura: tradotto, lui non ha bisogno di comportarsi da prima donna. Di eccedere sugli altri, di mettersi in mostra: tutto questo lo è già. E gli viene talmente naturale da non richiedere alcuno sforzo comportamentale: risulterebbe immediatamente poco gradito. E’ questo l’equilibrio di Iniesta: dettare la legge della qualità in campo, capitalizzare la genialità concessa da madre natura giocando per la squadra e nella squadra. Prendete una partita del Barcellona, una a caso e guardatela, o meglio isolate gli altri ventuno in campo e concentratevi sui suoi movimenti: lui guarda cosa fa la squadra, intuisce quel che le serve e di conseguenza si lascia trovare nella zona di campo in quel momento indispensabile per lo sviluppo del gioco.

L’ESSERE DECISIVO – Ma non finisce qui, ovviamente: detto della non necessità di finire in prima pagina perché lo si è per natura, il proverbio “a mali estremi, estremi rimedi” con lui funziona alla perfezione. Impossibile non ricordare il gol in pieni tempi supplementari rifilato all’Olanda nell’estate del 2010, la rete che valse il Mondiale e che soltanto lui in quella Spagna piena di campioni poteva realizzare. La sua firma in quel capolavoro di tecnica, palleggio ed intensità ideabile soltanto quando nella tua scuderia hai un pezzo non replicabile come Iniesta. Che al tutto ha aggiunto la freddezza: glaciale nel trafiggere Stekelenburg e portare a casa la tanto ambita Coppa, si era già esibito in tal senso un anno prima nello scenario dello Stamford Bridge, con il Barcellona ad un passo dall’eliminazione in semifinale di Champions League contro il Chlesea salvo trovare l’ennesimo gioiello del suo Illusionista a tempo praticamente scaduto. Ecco, magari non nel 2009, ma in un 2010 in cui ha vinto da protagonista Mondiale e Liga spagnola il Pallone d’Oro l’avrebbe meritato eccome: non è andata così e resta uno dei misteri meno spiegabili nella storia del calcio. Meritava di essere affiancato al suo simile Zinedine Zidane.

IL FUTURO – Andrés Iniesta, classe 1984, è un calciatore di trent’anni che ha vinto tutto quel che c’era da vincere nella carriera di un calciatore e si è persino ripetuto nei suoi successi: il Mondiale sudafricano è la ciliegina su una torta fatta di tre Champions League, due Europei con la sua Spagna, sei campionati spagnoli, due Coppe del Mondo per club, due Supercoppe europee, due Coppe di Spagna e sei Supercoppe di Spagna. Si perde quasi il conto e si rischia di dimenticare qualcosa tanto è sconfinata la bacheca di un campione assoluto della storia di questo sport. Per essere ricordato o meglio riconosciuto non deve fare null’altro: potrebbe tranquillamente appendere le scarpette al chiodo e salutarci tutti anticipatamente, chi si intende della materia sa chi si è trovato di fronte e lo spettacolo a cui ha avuto la fortuna di assistere. Quelli come lui però – e c’è tanto di questo fattore nell’essere così grandi – guardano avanti come se non avessero mai vinto nulla: facendo tesoro delle belle esperienze passate, quello sì, ma approcciando alla prossima partita come fosse la prima. Buon Natale a tutti i lettori, il regalo di chi vi scrive è proprio Don Andrés.

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