2014

Il Maestro dal talento sopraffino

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Calciatore, dirigente e poi ufficiale: Rui Manuel César Costa

10 E LODE RUI MANUEL CESAR COSTA – Il calcio non sempre riesce a mettere tutti d’accordo, soprattutto quando si tratta di conferire premi individuali e a votare sono addetti ai lavori che fanno valere le proprie preferenze lasciando a casa l’obiettività. E forse per questo lui il Pallone d’Oro non l’ha mai vinto. Ma, nonostante il premio particolarmente ambìto da chiunque indossi scarpette e parastinchi, la sua umiltà gli ha permesso di prendere con filosofia anche questa mancata vittoria: «Sono sereno e orgoglioso di come sono uscito dal calcio. Milan, Fiorentina e lo stesso Benfica mi hanno inviato attestati di stima e lettere commoventi. Tutto questo è stato meglio di un Pallone d’Oro per me*». Rui Manuel César Costa, il trascinatore del Portogallo prima dell’exploit di Cristiano Ronaldo e pupillo di Eusebio che lo ha scoperto ai tempi del Fafe. Il trequartista che tutti gli attaccanti vorrebbero avere alle spalle e che ha contribuito alla diffusione della cultura calcistica portoghese tanto da guadagnarsi il titolo di ufficiale dell’Ordine dell’infante Dom Henrique, riconoscimento cavalleresco conferito dal presidente della Repubblica portoghese. Il numero 10 che da ragazzino faceva il raccattapalle con la speranza di portare a casa qualche autografo dei suoi idoli. Rui Manuel César Costa, o semplicemente O Maestro.

LA CARRIERARui Manuel César Costa è nato a Lisbona il 29 marzo 1972. All’età di 18 anni il trequartista comincia a farsi notare tra le fila del Fafe, tanto da attirare l’attenzione di Eusebio che incantato dalle sue doti decide di favorire il salto di qualità del giovane fantasista. Nel 1991, dopo aver conquistato il Mondiale Under 20 con la Nazionale lusitana, arriva infatti il trasferimento al Benfica, suo primo e ultimo amore calcistico. Nelle tre stagioni passate con la maglia degli Encarnados, Rui Costa riesce a collezionare 107 presenze siglando 19 reti e riuscendo a vincere una Coppa di Portogallo (1992-1993) e un campionato (1993-1994). Successi sufficienti ad attirare l’attenzione delle big d’Italia, con la Fiorentina che riesce a spuntarla sull concorrenza versando nelle casse dei portoghesi 11 miliardi di lire. E il suo impatto con la Serie A è positivissimo: nelle sette stagioni in viola, infatti, il fuoriclasse colleziona 276 presenze esultando per 50 volte ed alzando al cielo due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Dopo l’addio di Batistuta, inoltre, è lui ad indossare i gradi di capitano prima di essere ceduto al Milan per una cifra vicina agli 85 miliardi di lire serviti per risanare in parte i debiti della società toscana. E in rossonero, nonostante la poca continuità, riesce a vincere praticamente tutto: Champions League, Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa europea e Supercoppa italiana. Ma al termine della quinta stagione con il club meneghino per il numero 10 giunge il momento di tornare a casa per scrivere il secondo e ultimo capitolo con la maglia del Benfica.

AMORE ETERNORui Costa nelle ultime due annate disputate con le aquile portoghesi ha collezionato 67 presenze totale siglando 11 reti. Il trequartista ha appeso le scarpette al chiodo l’11 maggio 2008 ma la sua avventura con il Benfica non si è interrotta con l’addio al calcio giocato. Pochi giorni dopo, infatti, il talento di Lisbona viene nominato direttore sportivo del club, ruolo che ricopre ancora adesso a distanza di anni. Ma prima del suo ritiro O Maestro ha fatto sognare anche i tifosi del Portogallo riuscendo a collezionare con la Nazionale lusitana 94 presenze e mettendo a segno 24 reti. Dopo il Mondiale vinto con l’Under 20, però, Rui Costa non è riuscito a ripetersi con la selezione maggiore sfiorando però il titolo Europeo giocato in casa nel 2004 e perso in finale contro la Grecia. E forse è stato questo il più grande rimpianto dell’ex numero 10 portoghese che non è riuscito a portare in gloria un Portogallo dato da tutti come stra-favorito. Una Nazionale ricca di talenti ma da sempre considerata come l’eterna incompiuta del calcio europeo. Una Nazionale che, però, può vantarsi di aver lanciato nel panorama calcistico un fuoriclasse dal talento sopraffino diventato poi ufficiale in patria: Rui Manuel César Costa.

*Dichiarazioni riprese da La Gazzetta dello Sport

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