Il mercato tanto abbondante quanto mirato dell’Atalanta: ambizione non solo nelle spese, ma anche nell’upgrade della squadra

Kolasinac, Bakker, Adopo, Touré, CDK e addirittura Scamacca. L’Atalanta è la big che sul mercato, più di tutte, in primis alle sue dirette concorrenti, ha trasmesso un messaggio molto chiaro: vincere. Non ci sono altri motivi per spiegarlo, in un contesto dove le big a malapena riescono a portare a casa un giocatore c’è una Dea capace di sbaragliare una concorrenza equivalente al “gigante d’argilla“: ne sa bene l’Inter, beffata nonostante la Champions e il “blasone”, ma al tempo stesso fragile di quella potenza economica che hanno i bergamaschi.

Certo, tutto può essere riconducibile alla cessione di Hojlund (e 80 milioni fanno sempre la differenza), però la capacità della Dea è stata quella di spendere abbondantemente con colpi mirati, esperti e soprattutto giovani: reincarnando alla perfezione il cambio generazionale.

La fotografia intorno a questa voglia di vincere sta anche nell’ingaggio dell’ultimo colpo di mercato: 3,2 milioni all’anno per Scamacca in una squadra dove soltanto fino a due anni fa faceva fatica a superare i 2 (allargando il suo parco giocatori da andare ad osservare).

Una società sempre attenta ai bilanci, ma che ha dimostrato ai più scettici di essere pronta a vincere: imparare dagli sbaglia e rapida nel cogliere ogni opportunità accontentando Gasperini al 110%. L’Atalanta non si nasconde a fatti in un contesto di mercato dove altri usano solo paroloni: vuole essere la più grande tra le grandi, ma soprattutto riempire quella bacheca rimasta per troppo tempo priva di successi, sperando che la polvere lasci spazio al “luccichio”, facendo sognando Bergamo in una maniera che non è mai stata fatta prima.