2014
Il gol Mondiale, due piedi forti e unestate rovente
E la sorpresa della Serie A: Ciro Immobile ai raggi x
SERIE A TORINO IMMOBILE – Classe 1990, diciassette reti in ventisette gare senza alcun rigore calciato, uno lo ha sbagliato a dirla tutta, un gol nell’unica partita disputata in Coppa Italia e due assist complessivi, valore di mercato almeno raddoppiato: ecco la sensazionale stagione di Ciro Immobile, l’attaccante granata che colpo dopo colpo sta contendendo il primato nella classifica cannonieri niente di meno che a Carlos Tevez.
CHI CI AVREBBE SCOMMESSO – La storia di Ciro Immobile è quantomeno particolare: l’esplosione due stagioni fa, con la maglia del Pescara sotto la guida del vate Zeman, quando le sue ventotto segnature contribuirono in peso determinante alla promozione degli abruzzesi. Tutti pronti a sminuirne l’accaduto: con Zeman segnano tutti, la serie cadetta è torneo di basso livello. Queste le affermazioni dei detrattori che poi a dire il vero, considerando il difficile ambientamento nella massima serie di cui ha sofferto nella scorsa stagione a Genova, sembravano averci preso: il magro bottino di cinque gol e la difficoltà a garantirsi un posto da titolare avevano inferto un colpo alle sue quote. Quando il talento c’è, però, prima o poi emerge in tutta la sua irruenza: ecco l’annata della svolta, Torino e Ventura l’habitat ideale per affermarsi. Nonostante il passaggio dal 4-2-4 ad un più moderato 3-5-2 che non avrebbe dovuto favorire gli attaccanti.
E CHE SVOLTA! – Pazzesco il campionato di Immobile: gol in tutti i modi, sfoggiato un repertorio che va dal colpo di testa all’opportunismo, dall’acrobazia al tiro dalla distanza, dalla rapidità negli ultimi metri alla qualità con cui duetta con il resto della squadra, dal movimento continuo che non dà punti di riferimento agli avversari fino all’enorme predisposizione al sacrificio. Più di ogni altro fattore però è da segnalare la semplicità con la quale calcia con ambedue i piedi: guardiamo in tal senso ai due ultimi gol realizzati. Il terzo della personale tripletta siglata al Livorno ed il gioiello all’Olimpico contro la Roma: il primo è un bolide destro dal limite dell’area di rigore frutto di un’iniziativa personale, il secondo è un fantastico diagonale volante di mancino – in teoria il suo piede debole – con il quale ha scagliato in porta un lancio dalle retrovie. Un gol di pazzesca fattura tecnica che ha ricordato, seppur a lati opposti, il memorabile colpo di Marco Van Basten: paralleli o meno, è il gol che vale il biglietto per il Brasile?
FUTURO: IMMEDIATO E NON – La risposta deve essere affermativa. Impensabile non prendere in esame la sua candidatura: Ciro Immobile vive un momento di grazia e segna in tutti i modi, peraltro non risultando mai statico. Con ogni probabilità sfonderà quota 20 reti in campionato e risulterà oltremodo complesso lasciarlo a casa: è vero, Immobile rappresenta un fuori programma per Prandelli, ma un tecnico del suo spessore saprà cogliere l’inattesa sorpresa, anche alla luce di una concorrenza nel ruolo non propriamente di primissimo rilievo oggi. E l’attaccante partenopeo ha la personalità per non farsi intimorire dall’evento: certo, magari non sarà il trascinatore, ma in una squadra che funziona può dire la sua. Anche la restante fetta d’estate non avrà temperature minori per il buon Ciro: in gioco il futuro di un attaccante oramai ambito dai top club, Immobile è in comproprietà libera – ossia senza diritti di riscatto pendenti verso una delle due parti – con la Juventus e ne vedremo delle belle. Resta a vivere a Torino dunque, almeno questo sembrerebbe certo. O no? Buon viaggio Ciro, manda una cartolina dal Brasile!