2015

Il giovane veterano: Hamsik e l’appartenenza

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Rubrica 10… e lode: Marek Hamsik, capitano di Napoli e Slovacchia. Calciatore ed uomo di livello assoluto

Marek Hamsik rientra nella schiera di quelli che non finiscono mai: gioca da una vita ma – classe ’87 – ha appena ventisette anni ed una carriera avanti a sé. Veterano e giovane allo stesso tempo quasi da chiedersi come sia possibile. Eppure per il capitano di Napoli e Slovacchia funziona così: atipico lo è sempre stato, anche da giovanissimo con il suo fare razionale da saggio attempato.

CAPITANO DEL NAPOLI – Nel club partenopeo lui oggi rappresenta praticamente tutto: è l’uomo che più di ogni altro simboleggia il ritorno della squadra a determinati livelli dopo un lungo periodo buio che va dal post-era Maradona al 2007. La Serie A riconquistata e l’approdo di Marek Hamsik ed Ezequiel Lavezzi: accolti con scetticismo, l’argentino divenne presto capopopolo e lo slovacco ex Brescia la guida razionale. Dal Napoli di Reja a quello di Benitez passando per Mazzarri: le due vittorie in Coppa Italia e la recente Supercoppa di Doha, gli accessi alla Champions League e le lotte scudetto contro le potenze del nord che hanno visto avvicendarsi chiunque ma non lui. Il punto fermo, il volto da mostrare con orgoglio e la roccia a cui aggrapparsi nei momenti sfavorevoli, più di ogni altro elemento il simbolo dell’appartenenza: il tifo partenopeo non ha fatto mistero – con tanto di striscione enunciativo – di averlo eletto figlio della città, figlio di Napoli. “Più della provenienza conta il senso d’appartenenza, non hai mai mostrato avidità, incoroniamo Hamsik figlio di questa città”. Questo è Hamsik nell’amore e nella passione di Napoli.

CAPITANO DELLA SLOVACCHIA – E’ un aspetto che non viene sottolineato a dovere ma a cui il buon Marek tiene molto più di quanto sia lecito immaginare: la leadership nella sua Slovacchia. L’amata patria condotta allo storico Mondiale del 2010 – la nazionale di calcio slovacca esiste dal 1993, anno in cui la divisione dell’allora Cecoslovacchia condusse alla nascita di Repubblica Ceca e Slovacchia – primo ed ultimo della sua breve storia, prima e dopo gli assalti falliti ai campionati europei e la promessa di riscattarsi in vista di Euro 2016: dopo quattro turni la Slovacchia è al comando del suo girone eliminatorio ed a punteggio pieno. Per intenderci: avanti alla Spagna bi-detentore del torneo. Ambizioni rinnovate e la solita intramontabile certezza che di nome fa Marek e di cognome Hamsik.

IL FUTURO – Ad un calciatore dotato di una tecnica di base tanto cristallina e di un’intelligenza calcistica oggettivamente fuori dal comune manca la grande affermazione: lo scudetto o il successo in una competizione internazionale. Avrebbe potuto riuscirci ovunque ma ha scelto di farlo a Napoli sposando la causa partenopea: la ragione è unica, lui all’ombra del Vesuvio si trova bene. Marek Hamsik si sente amato a Napoli ed è in questa realtà che riesce a dare il meglio di sé: ha rigato dritto di fronte alle immancabili critiche piovutegli addosso nei momenti meno felici senza mai prestare il fianco e lasciarsi andare a gesti che non rientrano nel suo repertorio di classe ed educazione. Sempre all’altezza della sua persona e del calciatore: Napoli sogna il grande colpo, la grande vittoria che manca e di cui non c’è certezza. Anzi, una certezza c’è: se gloria arriverà sarà con Hamsik.

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