Classe e carisma: Mel Taufer, un altro baby gioiello per l'Inter - Calcio News 24
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2015

Classe e carisma: Mel Taufer, un altro baby gioiello per l’Inter

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Il giovane centrocampista nerazzurro che fa già parlare di sè

INTEGRAZIONE IS THE WORD – Dopo la vittoria del Mondiale del 2006, il calcio italiano ha vissuto un tracollo clamoroso, conclusosi con l’ultima cocente (e deludente) eliminazione dalla competizione iridata in Brasile. L’avvento di Tavecchio, ma soprattutto di Conte, ha portato nuova linfa alla Nazionale italiana, che deve comunque ancora crescere e maturare. Ma l’obiettivo è chiaro: puntare sui giovani, per costruire una Nazionale Azzurra capace di competere con le super-potenze del calcio. Ma per far questo bisogna valorizzare tutti i giovani, anche quelli che, malgrado siano nati in altri Paesi, abbiano acquisito la cittadinanza italiana. L’esempio più fulgido, in tal senso, è quello della Germania. La Nazionale tedesca di Loew è lo specchio di un Paese fondato sull’integrazione, dei turchi in questo caso. Guardando in casa nostra, non è difficile trovare ragazzi giovani che potrebbero essere ben integrati nella futura Italia di Conte. Tralasciando esempi come Vazquez, oggi parliamo di Mel Taufer, centrocampista di qualità, classe 1998 cresciuto nella cantera dell’Inter. Taufer, il cui nome completo è Melkamu, ovvero “sua bellezza”, nasce l’8 febbraio del 1998 in Etiopia, a Gondar, ed arriva in Italia nel 2002, quando viene adottato da una famiglia di Ospitaletto, un comune in provincia di Brescia. Il calcio entra nella vita di Mel quando questi ha 6 anni, un’età che non permette alle società di tesserare i piccoli talenti. Quando Mel compie 8 anni, l’Inter lo nota e decide di portarlo a Milano, ma il bimbo ha le idee confuse, e quando incontra Pierluigi Casiraghi, responsabile del settore giovanile nerazzurro, gli domanda se giocherà con la maglia del Milan. Così non è, perché Taufer inizia la sua carriera nei Pulcini B dell’Inter, società in cui milita ancora e in cui esprime tutto il suo potenziale nella zona mediana del campo, fulcro del gioco di Mel, dove il ragazzo riesce a stupire tutti con la sua notevole padronanza tecnica, qualità che lo contraddistingue come fenomeno in erba.

L’UOMO DEGLI SCUDETTI – Una crescita esponenziale quella del giovane talento nerazzuro, divenuto, con il passare dei mesi, un punto di riferimento per la squadra. Oltre ad essere forte tecnicamente, infatti, Taufer si fa notare per la sua duttilità – studia Kovacic e predilige il ruolo di regista, ma, all’occorrenza, può giocare anche da mezz’ala o da trequartista – e per la leadership: con la fascia di capitano al braccio, è lui, nella maggior parte delle gare, a trascinare i compagni. Come accaduto, per esempio, nella fase finale della Manchester United Premier Cup, manifestazione questa con cui l’Inter si è classificata quarta forza a livello mondiale.
Visione di gioco e grande padronanza tecnica: Mel brucia rapidamente le tappe, confermandosi, in prospettiva, uno dei talenti più cristallini della ‘cantera’ interista. Le sue prestazioni non passano inosservate: nel febbraio del 2014, la società decide di ‘blindarlo’, sottoscrivendo un contratto con lui fino al 30 giugno del 2018. Un premio meritato, alla luce dei risultati: due scudetti con la maglia dei ‘Giovanissimi’ ed uno con gli ‘Allievi Nazionali’, vinto in finale contro il Milan. Senza dimenticare la Nazionale, con cui ha esordito nella stagione 2012/13: maglia diversa, stessa musica. Leadership e fascia da capitano al braccio: l’Under 16 è ai suoi piedi.

CRESCITA ESPONENZIALE – Successi e gratificazioni, però, che non l’hanno minimamente cambiato: «Vivo in convitto, vado a scuola e mi alleno di pomeriggio. Frequento il terzo anno di ragioneria» ha dichiarato recentemente. E ora? Taufer si gode il momentaneo primato in classifica con gli Allievi Nazionali – più cinque sul Milan – e punta alla Primavera: spesso e volentieri, infatti, mister Vecchi lo aggrega al gruppo, inserendolo gradualmente in squadra. Niente torneo di Viareggio, però: il ragazzo sta recuperando una botta al ginocchio, subita in amichevole, contro il Varese, prima della sosta natalizia. Anche perché, nei prossimi mesi, ci sarà un altro obiettivo da conquistare: il secondo scudetto con gli Allievi, il quarto in carriera. Mica male, per un diciassettenne…

In collaborazione con Giovanni Maffeis

 

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