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Il Derby d’Italia ai tempi del Covid, Agnelli e Zhang si guardano negli occhi

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Due società animate da un’antica rivalità che però hanno tantissimo in comune. E intanto Sunung valuta la cessione del 40% del pacchetto azionario

Due presidente amici, che si scambiano esperienze vissute e visioni sul futuro. Due dirigenti, Marotta e Paratici, che si conoscono come le loro tasche. Due bomber, Lukaku e Ronaldo, in lizza per il titolo di capocannoniere. Un allenatore, Conte, ex bandiera juventina e l’altro, Pirlo, che ad Appiano non fu apprezzato per poi vincere tutto al Milan. Sono solo alcuni degli spunti del 175° Derby d’Italia, tra due squadre animate da una rivalità storica che negli anni si è caricata anche delle scorie di Calciopoli. Inter Juve non è mai una partita come le altre, ma sarà la prima in cui le due squadre si affrontano in totale emergenza sanitaria, dopo mesi complicati, di sacrifici e con un calcio italiano in piena crisi.

Con ruoli capovolti rispetto al recente passato: i nerazzurri viaggiano in cima (ma non in vetta) alla classifica e sono favoriti, mentre i bianconeri inseguono e sognano il secondo colpaccio a San Siro, dopo il Milan. Sarebbe un segnale al campionato, oltre che un pieno di fiducia ideale per alimentare la rimonta, la Juve però non sembra aver ancora trovato il suo equilibrio e la sua identità definitiva, mentre l’Inter paga il solito gennaio incerto, che intacca le certezze costruite dopo 8 vittorie consecutive. Inter-Juve è un faccia a faccia anche fuori dal campo, tra la proprietà più longeva d’Italia da una parte, e il gruppo Suning in trattativa con Bc Partners per la cessione del 40% del pacchetto azionario societario, con opzione per il futuro riacquisto. Mentre sul campo l’Inter proverà a rilanciarsi e la Juve a ritrovarsi definitivamente, con il Milan spettatore interessato, pronto alla fuga.

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