2014

Il delirio dell’Olimpico

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La Roma batte il Cesena ma qualcos’altro fa letteralmente esplodere l’Olimpico

SERIE A ROMA CESENA JUVENTUS NAPOLI – Per descrivere la sfida di campionato tra Roma e Cesena si può tranquillamente partire dal suo minuto finale: il direttore di gara sancisce il termine naturale della gara e i giallorossi si portano a casa tre punti ottenuti con il minimo del minimo sindacabile. Bene: e cosa c’è da raccontare?

L’ESPLOSIONE DELL’OLIMPICO – Eravamo rimasti al fischio finale: 2-0, una rete per tempo – quelle di Destro e De Rossi – per avere la meglio di un Cesena che non ha sfigurato in fase difensiva ma che ha palesato tutti i suoi limiti nella costruzione del gioco e nella dotazione complessiva di tecnica di base. Ma è nell’immediato post-partita che l’Olimpico si accende: la notizia, prima spifferata e poi confermata dal tabellone luminoso dell’impianto, del gol di Antonini che taglia le gambe alla Juventus nello scenario del Marassi. Vince il Genoa, la Juventus è agguantata. E questo vuol dire testa della classifica – in coabitazione proprio con gli uomini di Allegri, alla prima sconfitta in campionato – ed iniezione di fiducia in vista della delicatissima trasferta di Napoli: ah, se non bastasse di notizia ne arriva un’altra. Calcio di rigore per i partenopei sul risultato di 1-1 in quel di Bergamo: gli uomini di Benitez possono affondare l’Atalanta ma Higuain si fa respingere il penalty da Sportiello. Il delirio è servito.

FATTORE PSICOLOGICO – E’ un particolare rovescio della medaglia. Il destino, ieri, ha palesemente giocato con la Roma servendole il migliore dei piatti disponibili: si va al San Paolo da capolista e con un Napoli alle prese con tutti i suoi perché. E con quel senso di sfiducia che ti dà il pensiero di essere alle prese con una vera e propria maledizione. La Roma invece ribalta il contesto emerso con forza nel post disfatta Bayern: 1-7 incancellabile, ci mancherebbe altro, ma sul palcoscenico interno le conferme arrivano proprio dall’esterno. La Juventus è alla portata, le altre non corrono. E stando così le cose le sette batoste della banda Guardiola diventano un dolore accettabile. Ma attenzione: parliamo ancora di equilibri labili. Ed è proprio in tal senso che Napoli può diventare il vero banco di prova dell’immediato futuro giallorosso: un risultato positivo lascerebbe in dote ulteriore convinzione nei propri mezzi, una sconfitta riaprirebbe – o meglio accentuerebbe – le ferite aperte dalla buia notte di Champions League.

NOTA STONATA? – Mattia Destro ha probabilmente ragione a farsi sentire: sfrutta il momento favorevole dato da una media gol oggettivamente straripante. L’attaccante giallorosso ha segnato quattro reti in campionato ed in quattro delle cinque occasioni in cui è stato impiegato da titolare. Nel post-gara dell’Olimpico si è lasciato andare ad alcune considerazioni: “Accetto le scelte del mister, ma ragiono con la mia testa e più avanti vedremo”. Ci sta. Forse un po’ meno la tempistica: Roma al comando della classifica ed in procinto di affrontare le trasferte di Napoli e Monaco. A pesare in tal senso sul morale del calciatore c’è sicuramente la voce zero ai minuti disputati in Champions League: tre partite – quelle contro Cska Mosca e Bayern Monaco all’Olimpico intervallate dalla trasferta dell’Etihad sul campo del Manchester City – e neanche una comparsa. Tutto può rientrare ed è logico che sia così, ma Garcia ha ora una variabile in più da gestire: il suo bomber reclama spazio e lo fa con i numeri. La spiegazione del tecnico francese era arrivata puntuale nell’ultima conferenza stampa: “Con avversari più complessi, quando in campo siamo costretti a partire da più lontano, ci servono giocatori più veloci (Gervinho ed Iturbe, n.d.r.) ed il capitano ci aiuta nel possesso palla”. Tutto irrilevante di fronte al prossimo doppio impegno: la Roma si gioca una fetta importante della sua stagione. A livello psicologico più che di numeri. Alle volte, però, la testa fa tutto.

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