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Il CBD potrebbe inserirsi prepotentemente nella routine degli sportivi di tutto il mondo
Una guida alle proprietà del cannabidiolo in ambito atletico e alla legislazione italiana in materia
L’interesse per il cannabidiolo, un componente naturale estratto dalla cannabis, sta crescendo esponenzialmente in vari settori: per rendersene conto basti semplicemente osservare quale magnitudine ha raggiunto la diffusione sul territorio nazionale e sul web di negozi di prodotti al CBD, come Justbob, uno degli e-commerce italiani più noti tra gli aficionados nostrani.
Tra gli ambiti che più di recente stanno sperimentando una rapida diffusione dell’uso del cannabidiolo (per lo meno nei Paesi esteri nei quali tale pratica è attualmente lecita) c’è lo sport: il CBD, infatti, è stato da molti riconosciuto come un potenziale alleato per gli atleti in veste di supporto nell’allenamento e nella gestione dello stress.
In questo articolo approfondiremo l’argomento, partendo dall’attuale status legale del cannabidiolo in Italia e analizzando quali sono, ad oggi, i benefici ad esso associati e le precauzioni da seguire per evitare effetti collaterali e altri possibili disagi.
Gli sportivi possono assumere il CBD liberamente in Italia?
Come noto, il CBD è uno dei molti composti presenti nella cannabis, distinto dal suo ‘cugino’ psicoattivo, il THC (Tetraidrocannabinolo) per la sua assenza di proprietà stupefacenti.
Allo stato attuale, in Italia l’acquisto dei prodotti a base di questa molecola è legale quando il loro contenuto in THC non supera lo 0,2%: pertanto la logica porterebbe a pensare che il loro consumo sia libero da conseguenze legali in ogni ambito, compreso quello sportivo.
Tuttavia, la situazione è decisamente più complessa.
La poca chiarezza della normativa in materia ha fatto sì che, fino ad oggi, la questione della liceità del consumo di CBD (anche per quanto riguarda il suo utilizzo come integratore da inserire nella routine degli atleti) rimanesse nelle mani dell’interpretazione dei giudici che ha sempre teso a considerare il fatto come un illecito.
Di conseguenza, possiamo affermare che, benché i prodotti al CBD possano essere acquistati liberamente in tutto il territorio italiano, il loro consumo all’interno dei confini nazionali è sempre proibito, anche per gli sportivi.
Al livello internazionale, però, qualcosa si sta muovendo già da diversi anni: nel 2018, infatti, la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) ha rimosso il CBD dall’elenco delle sostanze proibite, aprendo la strada per il suo consumo tra gli atleti. Resta ferma, invece, la posizione dell’Agenzia nei confronti del THC, ancora oggi considerato una sostanza dopante.
Tali sviluppi ci portano a pensare che ne futuro prossimo anche l’Italia potrebbe rivedere le proprie posizioni, liberalizzandone il consumo nel mondo dello sport.
I benefici del CBD per gli atleti
L’interesse nei confronti del CBD da parte degli atleti è legato ad alcune notevoli proprietà della molecola, tra le quali:
- la capacità di ridurre l’infiammazione e di favorire la rigenerazione muscolare.
Il CBD possiede interessanti proprietà che, in base alle evidenze emerse fino ad oggi nella ricerca, sembrerebbero in grado di contribuire alla riduzione dell’infiammazione. Tale caratteristica lo rende un’opzione valida per il recupero post-allenamento e per la promozione della rigenerazione dei tessuti, particolarmente vantaggioso per sportivi che si sottopongono a sessioni di allenamento intense e frequenti; - il miglioramento della qualità del sonno.
Il riposo rappresenta un fattore cruciale nella rigenerazione fisica e mentale degli atleti. La ricerca ha evidenziato che il CBD può migliorarne la qualità, promuovendo un sonno più profondo e senza interruzioni. Questo non solo aiuta a ottimizzare il processo di recupero fisico, ma contribuisce anche al benessere mentale, essenziale per mantenere alti livelli di performance; - la promozione di una gestione sana dello stress e del dolore.
Un altro beneficio significativo del CBD per gli atleti riguarda la sua capacità di mitigare il dolore, soprattutto quello cronico e associato a lesioni sportive, offrendo un’alternativa ai tradizionali analgesici, che possono avere effetti collaterali e rischi di dipendenza. Inoltre, le sue proprietà ansiolitiche possono aiutare gli atleti a gestire lo stress e l’ansia associati alla competizione e all’allenamento intensivo.
Prima di chiudere è importante sfatare un diffuso mito rispetto all’uso del CBD in ambito sportivo, ovvero la capacità di questa molecola di influire direttamente sul muscolo per favorire l’aumento della massa. Nonostante ciò che viene spesso sostenuto, probabilmente anche a fini di marketing, fino ad oggi la ricerca non ha mai rilevato alcun dato che supporti queste affermazioni.
Effetti collaterali del CBD e considerazioni sulla sicurezza del suo consumo
Al di là degli effetti positivi del CBD descritti nel paragrafo precedente, è importante affrontare anche il rovescio della medaglia: le eventuali controindicazioni e le precauzioni che è necessario seguire in relazione al suo consumo a fini sportivi, ricordando ancora una volta che tale pratica è oggi proibita in Italia.
Sebbene il cannabidiolo sia generalmente considerato sicuro, alcuni individui possono sperimentare determinati effetti collaterali, tra i quali i più comuni includono stanchezza, bocca secca e diminuzione dell’appetito. Questi effetti sono solitamente lievi e tendono a manifestarsi prevalentemente solo quando il CBD è assunto in dosi troppo elevate.
Allo scopo di evitare simili situazioni è importante determinare attentamente il giusto dosaggio di cannabidiolo che può variare in base a una miriade di fattori individuali, come il metabolismo, il peso e le caratteristiche genetiche. Di norma è consigliato iniziare con dosi basse, monitorando attentamente gli effetti e regolandosi di conseguenza. In caso di incertezza, è sempre preferibile consultare un medico o un professionista della salute, soprattutto se si stanno assumendo altri farmaci, per evitare interazioni indesiderate.
Per gli atleti, particolare attenzione dovrebbe essere posta nell’utilizzo del CBD in prossimità delle competizioni. Sebbene come spiegato in precedenza sia stato rimosso dalla lista delle sostanze proibite dalla WADA, è sempre essenziale assicurarsi che i prodotti a base di cannabidiolo non contengano THC, sostanza ancora proibita nello sport che potrebbe essere rilevata da test a campione e risultare in una possibile squalifica per doping.