2015

Il carpe diem di Mauri nel pomeriggio dell’orgoglio

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Parma – Juventus e una pagina calcistica differente: la scrive Mauri, la scrive Donadoni, la scrive il Parma

L’impronosticabile. L’impossibile. ParmaJuventus 1-0 e non sarebbe neanche questa la notizia considerando un passato in cui le due squadre si guardavano dritte negli occhi senza che nessuna fosse costretta ad abbassarli. Ecco il punto: il Parma, quello di oggi, ha voluto dimostrare al mondo che può camminare a testa alta. In campo, tutto il resto è altra storia.

UNA STORIACCIA – Storiaccia più che storia: chi è scappato perché insolvente ed incapace di gestire una macchina allora perfettamente funzionante, chi si è presentato sotto le spoglie del redentore salvo poi aprire i libri contabili e darsela a gambe levate, chi ha scelto vigliaccamente di farsi un po’ di pubblicità salvo poi ritrovarsi dietro le grate di una cella. Un dramma sportivo che ha condotto alla situazione oggi da tutti noi conosciuta: il Parma di fatto fallito, i calciatori senza stipendio e convinti ad arrivare – salvo decisione differente da parte del tribunale – al termine della stagione grazie ad un fondo di risarcimento acchittato alla meno peggio dalla Lega Calcio. Non può accadere più: in primis per una questione di dignità ed amor proprio, poi per salvaguardare l’immagine di un prodotto – il nostro calcio – che ha già incontrato per la sua strada una serie di problemi di per sé condizionanti.

 LA RIVINCITA – Non che chi va in campo la domenica avesse bisogno di prendersela ma non ce lo nascondiamo: la pagina sportiva scritta ieri dal Parma di Donadoni non resterà alla storia come una qualsiasi. No. Non può esserlo per diversi fattori: orgoglio, dignità, magia. Sì, perché nel più classico dei Davide contro Golia il più piccolo ha lasciato ogni briciola a disposizione sul campo e portato a casa un risultato insperato: al Tardini la Juventus dei sogni, la squadra che va avanti nelle coppe infliggendo sonori 0-3 agli avversari senza neanche concedere il diritto di replica, gli uomini che hanno vinto il campionato ancor prima di iniziarlo. I bianconeri ne avevano persa una finora: la trasferta di Genova, in pieno recupero, il gol di Antonini unico neo di una stagione finora letteralmente impressionante. La seconda sconfitta è arrivata clamorosamente in quel di Parma: emiliani super, la Juve dei campioni inerme di fronte a tanto agonismo.

FUTURO – Che non c’è. Il diario del Parma si deciderà tra tribunali e quant’altro che nulla c’entra col campo: troppo tardi per pensare di recuperare una situazione di classifica oggettivamente irrimediabile. Il rendimento sportivo di una squadra che un anno fa sul campo aveva guadagnato con merito l’accesso all’Europa League ha inevitabilmente risentito nell’attualità di una situazione paranormale: sarà retrocessione ma resta un pomeriggio da brividi. Quello del gol di Josè Mauri, un folletto argentino classe ’96 tanto bravo da mettersi in mostra anche in uno scenario così devastato: il diciottenne centrocampista parmense ci lascia in eredità un insegnamento, quello che se vali davvero lo puoi dimostrare ovunque. A prescindere dal contesto che ti circonda. E’ una sorta di carpe diem, sembra assurdo soltanto pensarci: eppure per Mauri il treno è passato così, in questa modalità, e lui ha scelto di non perderlo. Le nuove leve prendano appunti. 

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