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2012

Il campionato dei giovani: la stella porta la cresta, faticano Destro e Coutinho

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Dopo l’inchiesta sui giovani condotta nella scorsa estate, è l’ora di tracciare un primo bilancio giocoforza non definitivo sull’affermazione – o meno – dei giovani più attesi dell’attuale stagione. L’analisi relativa ai calciatori nati dal 1989 in poi è a tratti sorprendente, vediamo perché.

LE STELLE … – Pazzesca l’esplosione di Stephan El Shaarawy: è lui oggi il miglior giovane del campionato nonché uno degli attaccanti più interessanti della nostra serie A e del panorama italiano in ottica nazionale. Già dieci le realizzazioni in campionato e due in Champions, ma il Faraone va oltre i numeri: gol di fattura impressionante e spesso decisivi, l’attaccante classe ’92 è già l’anima di un Milan in piena ricostruzione. Suo coetaneo e calciatore in crescita vertiginosa è Erik Lamela: le doti tecniche e fisiche dell’argentino erano già palesate nel suo anno d’esordio, ma oggi emergono con irruenza. Attaccante dalla spiccata personalità e fonte di assist e gol – ben otto dopo tredici giornate – per le dinamiche offensive di Zdenek Zeman, studia per diventare un campione assoluto. Stevan Jovetic – sembrerà assurdo ma è un classe ’89, novembre – è il valore aggiunto della sorprendente e strepitosa Fiorentina di Vincenzo Montella.

E CHI ANCORA FATICA – In primis Mattia Destro, classe ‘91. Probabilmente non per colpe del tutto appartenenti alle sue prestazioni. Oggetto del desiderio di tutti i club italiani di prima fascia, in estate l’ha spuntata la volontà di Walter Sabatini. Zeman ha apprezzato il regalo ma ha faticato a concedergli spazio nel suo tridente, i cui esterni sono Totti e Lamela e il riferimento centrale Osvaldo. Poco spazio, quasi nullo, l’infortunio di Lamela gli concederà qualche chance importante che l’attaccante della nazionale italiana non fallirà. Fatica ad emergere anche il tanto atteso Philippe Coutinho: classe ’92, l’esperienza spagnola con la maglia dell’Espanyol ha convinto i vertici nerazzurri a riportarlo in Italia da protagonista. Stramaccioni però, pur apprezzandolo, si dimostra abbastanza incerto in merito al suo utilizzo, il brasiliano viene impiegato a sprazzi ed è tanti passi indietro rispetto ai componenti del tridente titolare. Al netto di quanto asserito, Coutinho non ha ancora brillato nelle occasioni concesse: non male, ma da un talento dotato della sua qualità ci si attende tanto di più.

“SORPRESA” POGBA, BENE FLORENZI, A TRATTI INSIGNE – Paul Pogba (’93), unico vero giovane della Juventus, è un calciatore di personalità e questo già si sapeva: l’impatto con il campionato italiano è risultato importante, il francese ha le carte in regola per rappresentare un’alternativa di spessore assoluto alla forte mediana bianconera. Convincente Florenzi (’91) nella Roma, al contrario di Piris (’89) e Tachtsidis (’91) finora: il centrocampista italiano non conosce fatica e alterna efficacemente fase di interdizione ad inserimenti in zona gol, grande novità della stagione giallorossa. Cresce Marquinhos (’94) nella Roma dei giovani, fatica Dodò (’92). Bocciato Vargas (’89), il tanto atteso Insigne (’91), indicato dalla piazza partenopea quale erede di Lavezzi, non ha ancora convinto in pieno: ottime le sue prime uscite – giocate semplici e funzionali – , esaltante a Genova contro la squadra di Delneri ma discontinuo in altre prestazioni, dove ha finito per nascondersi tra le maglie avversarie. Il suo ex compagno di reparto al Pescara, Ciro Immobile (’90), sta crescendo in prestazioni ed autostima. Da segnalare infine, in positivo, Quintero (’93) e Dybala (’93): il primo ha dimostrato di avere una qualità importante nei calci da fermo, deve crescere in termini di continuità all’interno della gara; il secondo, pagato 12 milioni ma impiegato solo tre volte da titolare, in una delle sue opportunità ha messo a segno una bellissima doppietta e sfoggiato un talento cristallino. In negativo: Merkel (’92), Stevanovic (’91), Gabbiadini (’91), Fabbrini (’90) e Belfodil (’92), tutti ancora faticano ad incidere e trovare spazio tra i titolari. Peccato non poter assistere alle prestazioni di Marco Verratti, ma questa è un’altra storia.

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