2015

Il calcio che non c’è

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La crisi del Parma e la zona mista della speranza: il volto di Manenti e l’orgoglio di capitan Lucarelli

Ho dovuto rifletterci per un paio di giorni prima di buttare giù qualche riga sulla zona mista – per i non addetti ai lavori lo spazio interno allo stadio dedicato alle interviste del postpartita – di Roma-Parma: il club emiliano, dopo aver strappato un oggettivamente insperato 0-0 sul prato della seconda forza della Serie A, ha spedito ai microfoni capitan Lucarelli e proprio il nuovo presidente Giampietro Manenti.

L’INCONTRO CON MANENTI – Non nascondo che per il sottoscritto il volto dell’attuale proprietario del Parma fosse un volto del tutto nuovo. E di fronte a chi non si conosce affatto mi è stato insegnato di porsi senza alcun pregiudizio o barriera che la situazione in essere lascerebbe ipotizzare: no, di Giampietro Manenti non ne so davvero nulla e scelgo di provare a capirne qualcosa già in quella circostanza. Le domande sui pagamenti arretrati spettanti a calciatori ed altri dipendenti del Parma diventano via via più fitte ma lui non sembra andare in difficoltà: punta a chiudere la vicenda in qualche giorno – magari non strettamente nel seguente lunedì per via di questioni tecniche e burocratiche difficilmente risolvibili – ed a rassicurare sul suo volto nuovo, che non venga percepito insomma come quello di chi lo ha preceduto.

METTERCI LA FACCIA – Lì dove si parlava di volti ombra, con la precedente proprietà albanese mai rivelatasi a tutti gli effetti e quella ancora precedente che ha lasciato in eredità questa grave condizione finanziaria, la prima mossa di Manenti è quella di metterci la faccia in prima persona e non farsela prestare da qualcun altro improvvisato. Un segnale? Parleranno i fatti, quello è chiaro e neanche ci si tornerà su. Ma è alla domanda “Si aspettava questo risultato in casa della Roma?” che la curiosità personale diventa reale interesse: il presidente del Parma risponde in maniera assolutamente affermativa, quasi deluso dal non aver compiuto il colpaccio in casa della squadra che pretende di soffiare lo scudetto alla strapotenza Juventus. Ed allora mi chiedo: ma questo da quale pianeta viene? Ha visto una che sia una partita del Parma formato 2014-2015 fino ad oggi? E’ cosciente di ciò di cui sta parlando? Poi lascia la zona mista e con lei tanti punti interrogativi: aspetto con fiducia il giorno seguente, il lunedì dei tanti attesi pagamenti, nella speranza che una realtà che nel decennio ’90-2000 – non cento anni fa – vinceva due Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa Europea non sparisca nel nulla.

L’ORGOGLIO DEL CAPITANO – Come anticipato poi arriva Alessandro Lucarelli, il capitano del Parma, intenzionato a difendere i suoi colleghi dalla gogna mediatica degli ultimi mesi: il Parma sta falsando il campionato, i calciatori in campo non si impegnano e via discorrendo. No, Lucarelli non ci sta. E coglie al balzo l’occasione per dimostrare a tutti il contrario: non si pareggia sul campo della Roma se non lasci ogni forza sul terreno di gioco. Ma il capitano ha i piedi ben puntati a terra: gli domando personalmente se questo Parma – nonostante le vicissitudini societarie – non avrebbe potuto ottenere qualche punto in più dei miseri 10 raccolti e lui non si scompone affatto, ammettendo un’inefficienza di rendimento ben oltre quanto accaduto lontano dal campo. Quante differenze oggi a Parma rispetto al calcio dei Ronaldo, dei Messi o dei nostri Tevez ed Higuain, e da quanto accadeva da queste parti soltanto qualche anno fa. Quasi il calcio che non c’è più, eppure.

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