2013

Il Cagliari e il bomber che deve tornare tale

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Alla fine i pezzi da novanta sono rimasti tutti, dal primo all’ultimo. Il presidente Massimo Cellino è riuscito a pieno nell’intento di mantenere intatta la squadra che crede in grado di poter raggiungere la salvezza, nonostante i tanti, magari troppi, acquisti invece fatti dalle rivali per la permanenza in serie A, autrici di una serie esagerata di operazioni quasi fossero ragazzine con un buono da mille euro in un negozio di abbigliamento.

Richiestissimi fino alle ultime ore, eppure rimasti a Cagliari. Ariaudo, Nainggolan e Pinilla continueranno a vestire la maglia rossoblù. Si spera con la stessa voglia e dedizione con cui il patron sardo crede che questi ragazzi abbiano, per il bene di tutto l’ambiente. Loro giurano di essere felici di restare in Sardegna (destinazione a nessuno sgradita) quindi meglio fidarsi, tanto sarà il campo a dire la verità. Come sempre.

Finora tra i tre il solo Radja Nainggolan ha dimostrato di nutrire un profondo attaccamento alla maglia. Tuttavia, anche se il difensore ex Cremonese non sta giocando la sua miglior stagione, ugualmente non sembra volersi arrendere ma lottare per la causa.

Il problema è uno: il bomber cileno. Ormai quasi persosi, appare sul campo poco sorridente e con la scorta di grinta quasi a secco. Sembra quasi che lo costringano a giocare, ma la speranza è l’ultima a morire. Tutti lo aspettano e tutti attendono che ritorni quello che era, visto che è rimasto. Anche se i gol che ormai non riesce più a garantire li sta facendo Marco Sau, servirebbero ugualmente le sue prodezze per giungere alla sospirata quota 40 con maggior tranquillità.

Dalla sua ci sono comunque gli infortuni e le tante botte che riceve in campo. Gli avversari sono sempre pronti a tartassarlo perché lo temono. E c’è un motivo. Ed è proprio quel motivo che deve riemergere, in modo che continui a contribuire alla causa rossoblù

Forse sarebbe stato meglio se, come suo modus operandi, avesse cambiato maglia per l’ennesima volta, però è ancora tra noi e quindi è lecito aspettarsi che ripaghi la fiducia della dirigenza che lo ha preso in custodia nonostante le referenze non ottime dategli dal suo ex presidente Maurizio Zamparini quando lo cedette, a suo dire, con piacere.

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