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Il “battesimo del fuoco” di Bakker nell’Atalanta di Gasp (fatto anche dai suoi predecessori)

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Il primo impatto di Bakker all’Atalanta: inizio in salita e filosofia tattica “gasperiniana” da imparare (come i suoi predecessori)

Così come per l’attacco, l’Atalanta ha necessità di ritrovare qualità soprattutto sugli esterni: ruolo alla ricerca della sua pietra filosofale da tre anni a sta parte, incapace anche soltanto di eguagliare i fasti di un tempo.

Al di là di quali saranno poi i futuri acquisti, il rinascimento a sinistra sta tutto nel talento ed esperienza dell’ex Leverkusen Bakker: avente sulla carta quelle caratteristiche tecniche necessarie per il gioco offensivo della squadra, oltre che ad essere un “sinistro puro” e non riadattato.

Com’è stato il precampionato del giocatore olandese? Lo stesso bilancio che hanno avuto tutti i migliori esterni avuti da Gasperini all’Atalanta. Potenzialità presenti (anche con qualche assist), ma che necessitano di tempo prima che combacino con i dettami del tecnico: risultando certe volte macchinoso.

Alle critiche nei suoi confronti si risponde con un dettaglio particolare e citato da molti addetti ai lavori: il lavoro di Gasperini per gli esterni è tanto perfetto quanto lungo nello sviluppo. Gosens ci ha messo una stagione intera prima di diventare il “Robin” che ha fatto sognare Bergamo, e si rammenta troppo poco delle condizioni tecnico/tattiche nell’estate del 2017: da perfetto sconosciuto incapace anche soltanto a saltare l’uomo ad un vero e proprio fenomeno.

Certo, questa attesa non sempre però produce i frutti sperati: c’è chi ci riesce, altri completamente incoerenti con l’Atalanta di Gasperini e infine i cosiddetti incompiuti nonostante avessero le caratteristiche giuste per sbocciare (Maehle per esempio).

Le aspettative sono alte tra standard europei e cifre spese, ma nel mezzo c’è sempre quel “battesimo del fuoco” che Bakker dovrà per forza fare per diventare perfetto: l’esito finale spetterà al campo.

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