2020

Il 2020 da incubo del Toro. Un anno da 4 in pagella, e ora non può più sbagliare

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Mazzarri, Longo e Giampaolo. Nel 2020 sono cambiati tre allenatori, ma la situazione del Toro si è fatta sempre più compromettente

Natale all’ultimo posto. Non è un cinepanettone ma il film da incubo del 2020 granata, chiuso con uno sprofondo inimmaginabile. E anche considerando la classifica solare la sostanza non cambia: Toro sempre in fondo al gruppo, con appena 27 punti. Una crisi difficile da motivare alla luce di una rosa da metà classifica e con un Belotti in stato di grazia, sempre trascinatore, comunque decisivo con i suoi gol. Qualcosa si è rotto in casa Toro, e Giampaolo – che ha incassato la fiducia risicata della società dopo il pareggio del San Paolo – dovrà riuscire ad aggiustarlo al più presto. Cairo ha cambiato 3 allenatori in un 2020 sempre più in salita, Mazzarri a inizio anno pagò le conseguenze di sconfitte clamorose contro Atalanta e Lecce, cedendo la panchina a Longo, che al termine di una stagione complicata portò a casa una salvezza da rivalutare, alla luce dei risultati odierni. Con Vagnati nuovo ds al posto di Bava, durante il lockdown.

La scommessa Giampaolo

Cairo a fine stagione ringrazia e saluta Longo, insieme a Vagnati la scelta per la panchina cade su Giampaolo, ma il nuovo progetto tecnico – supportato da un mercato assolutamente non all’altezza – non decolla. Anzi, fa precipitare il Toro all’ultimo posto in classifica, in solitaria, dietro a Crotone e Genoa, con voci sempre più insistenti di esonero. Giampaolo invece resiste – le alternative scarseggiano – salvato da due pareggi contro Bologna e soprattutto quello di Napoli. Ma intanto la piazza è in fermento, il malcontento sfocia nella durissima contestazione di qualche settimana fa davanti ai cancelli del Filadelfia. Con l’immagine simbolo della squadra schierata e impietrita a incassare lo sfogo degli ultrà. Ripartire con Giampaolo è senza dubbio un azzardo che il Toro rischierà di pagare più in là, ma al momento una delle poche strade percorribili. Per svoltare la stagione serve un supporto dal mercato di gennaio, visto che in estate non sono arrivati rinforzi. C’è da ricompattare immediatamente un gruppo spaesato, ritrovare identità e la vecchia guardia, scalare la classifica riconquistando società i tifosi. Impresa ai limiti dell’impossibile, ma non c’è più tempo: tra un mese rischia di essere già troppo tardi.

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