2013
Il 2013 dell’Inter: un fallimento e una svolta epocale
L’anno solare nerazzurro
SERIE A INTER – Il 2013 nerazzurro è prima di ogni altra cosa l’anno della grande rivoluzione societaria: Massimo Moratti, dopo praticamente un ventennio in cui mai come nella storia di una squadra si sono alternati momenti sportivamente drammatici a pagine esaltanti. Inter ad Erick Thohir: l’imprenditore indonesiano sbarca a Milano e per l’Inter si può parlare di una nuova era.
2013 PARTE PRIMA – Naufragato il progetto Stramaccioni: la scelta di affidare una squadra complessa quale l’Inter ad un tecnico che di fatto non ha svolto alcuna gavetta si è rivelata fallimentare. Nerazzurri mai così in basso, il nono posto della classifica finale spiega meglio di ogni analisi il disastro di un’annata da dimenticare. Da salvare soltanto lo straordinario rendimento di Rodrigo Palacio che poi guarda caso si è rivelato anche nella prima fetta dell’attuale stagione il vero trascinatore di un’Inter in piena ricostruzione. L’esito dello scorso campionato deve aver velocizzato il passaggio di mano: il presidente del Triplete ha ritenuto giusto per il passaggio di consegne un momento storico in cui o ritrovi entusiasmo (e risorse finanziarie) per coprire il debito e rilanciare con investimenti mirati un progetto tecnico in difficoltà.
2013 PARTE SECONDA – L’ultima vera scelta compiuta da Massimo Moratti è stata quella di affidare la sua Inter ad un tecnico meticoloso e preparato quale Walter Mazzarri: reduce da un’esperienza quadriennale decisamente convincente alla guida del Napoli, il tecnico toscano è risultato il profilo giusto per riportare l’Inter nelle posizioni che le spettano. In una fase però non propriamente stabile a livello societario e dirigenziale ci può stare qualche misunderstanding tra uomini mercato e guida tecnica: l’Inter in estate ha speso tanto e male (per le esigenze di un tecnico come Mazzarri) investendo su attaccanti giovani non propriamente graditi ad un allenatore che preferisce di gran lunga lavorare su identikit di calciatori già fatti. Non rinforzati a dovere centrocampo e difesa, nel complesso Mazzarri è riuscito a riportare l’Inter in una posizione dignitosa – in termini di organico, a meno di rinforzi rilevanti, sarà arduo andare oltre l’attuale quinta piazza – senza compiere il miracolo. Almeno finora.
GLI OBIETTIVI – E’ la parola maggiormente pronunciata dall’allenatore toscano: chiarezza sugli obiettivi stagionali altrimenti per un uomo con le sue peculiari caratteristiche risulta complesso lavorare. Viene vissuta con ansia l’eventualità di fallire rispetto ai target prefissati e dunque si tende a mettere costantemente i puntini sulle i, fattore emerso con forza – ed unico reale limite – anche nei quattro anni all’ombra del Vesuvio. Un gran valorizzatore delle risorse a disposizione, ottima preparazione tattica ed attenzione al particolare, ma troppa tensione nei momenti chiave della stagione ed una predisposizione naturale nel tirarsi fuori dalla contesa di altissimo livello. Il futuro dell’Inter è nelle mani di Thohir: spetta a lui aggiornare rapidamente gli obiettivi della sua Inter o procedere a piccoli passi per fondare con cura dei dettagli le basi di una prossima grandezza. Il popolo nerazzurro vive la sua transizione, meno preoccupato rispetto al recente passato e con un moderato ottimismo.