2013
Il 2013 del Milan: la coppia gol del prossimo decennio, ci avevamo sperato tutti
L’anno solare rossonero
SERIE A CHAMPIONS LEAGUE MILAN – E’ complesso delineare un bilancio dell’anno solare rossonero: la seconda parte del 2013 è oggettivamente disastrosa ma i rossoneri negli ultimi mesi della recente stagione hanno completato una rimonta che – considerando l’avvio dello scorso campionato – ha del clamoroso. Proviamo a tracciare una tendenza di quanto accaduto in casa Milan.
2013 PARTE PRIMA – La grande rimonta. E’ vero, in tanti si oppongono agli entusiastici complimenti ricevuti dalla banda Allegri adducendo decisioni arbitrali favorevoli e quant’altro, ma al Milan va dato atto di aver invertito una tendenza da zona retrocessione fino a centrare un clamoroso terzo posto poi valso la qualificazione all’attuale edizione della Champions League. E, considerando che proprio i rossoneri rappresentano l’unico club italiano ancora in corsa per la competizione europea, non parliamo di un traguardo qualunque. I primi mesi del 2013 hanno segnato l’esplosione del neoarrivo Mario Balotelli e la concomitante flessione di Stephan El Shaarawy, al contrario protagonista assoluto del primo spezzone dello scorso campionato quando il Faraone fu abile a caricarsi sulle spalle un Milan disastrato evitando un fallimento di inaudite dimensioni. Divisione dei compiti in effetti: Balotelli ha poi completato a suon di gol la rimonta avviata dalle prodezze di El Shaarawy.
2013 PARTE SECONDA – Quando Prandelli già gongolava in chiave nazionale – e con lui tutti i tifosi dell’Italia – auspicando giustamente la nascita di un’intesa perfetta tra i due talenti rossoneri che avrebbero avuto ben un anno e mezzo a disposizione per presentarsi poi al Mondiale da coppia gol perfetta, ecco il disastro: feeling mai nato sul campo e poi ulteriormente ostacolato dai malanni fisici che hanno condizionato gli ultimi mesi del terribile 2013 del Faraone. Ne ha risentito tutto il Milan: manovra poco brillante e problemi evidenti negli altri comparti di gioco, con un centrocampo in difficoltà nella doppia fase di interdizione e costruzione della manovra ed una difesa che ai problemi di assetto ha aggiunto evidenti errori individuali. Al Milan è andata bene in Champions League – anche grazie ad un girone decisamente alla portata delle dotazioni rossonere – ma il responso delle prime diciassette giornate di campionato è disastroso: tredicesimo posto con 19 punti (1.11 a partita, in proiezione un torneo da appena 42 punti), zona Europa League distante 12 lunghezze e Champions addirittura 17, al passivo 26 reti contro le sole 25 realizzate.
RINFORZI NECESSARI – Ecco le toppe per colmare le lacune di un disastro tecnico e progettuale: Rami ed Honda già sono realtà e vanno a rinforzare rispettivamente la solidità della linea difensiva e la capacità di creare soluzioni di gioco alternative. Anche per valorizzare il ritorno di Kakà: il brasiliano non sarà il calciatore che aveva lasciato il Milan nel 2009 ma oggi è pedina di altissima qualità tecnica e di indubitabile dedizione alla causa, un valore aggiunto che può far comodo in una macchina funzionante. Il punto è proprio quello di far funzionare una macchina di cui già si sa che sarà guidata da un altro pilota nella prossima stagione: detto degli acquisti già ufficializzati, si cerca un centrocampista di passo e dunque più consono al gioco moderno – vedi Nainggolan in prima battuta o Parolo qualora dovesse saltare l’affare inerente al calciatore belga – e magari un esterno difensivo che possa dare più vigore in fase di spinta come nella tenuta difensiva (D’Ambrosio l’identikit individuato). Sarà complesso rievocare la rimonta dell’ultimo campionato ma anche fare peggio di ora: il Milan riparte. Con una Champions League – Atletico Madrid alla portata dei rossoneri in una competizione dove conta anche l’attitudine ai grandi eventi – tutta da giocare. Poi ci sono le vicende societarie ma quella è tutta un’altra storia.