2018
L’essenziale è visibile agli occhi: Icardi segna senza giocare… così
I numeri di Icardi: l’argentino ha una partecipazione al gioco dell’Inter quasi nulla, ma una percentuale realizzativa incredibile. Nessuno decisivo come lui… eppure non si muove mai dall’area!
Nel calcio moderno uno così non s’era quasi mai visto. Giocasse nel Manchester City, Mauro Icardi probabilmente farebbe fatica ad inserirsi nelle fitte trame di gioco di Pep Guardiola, ma pure al Barcellona avrebbe difficoltà evidenti a dire la sua. Le statistiche, come sempre, in questo senso dicono molto, se non addirittura tutto, su di un giocatore in continua evoluzione: un attaccante quasi vecchio stampo per partecipazione al gioco, con qualche variante però incredibilmente post-moderna, se così vogliamo dire. Sì, perché Icardi non è lo spilungone che attende l’assist giusto nell’area avversaria senza battere ciglio, ma non è nemmeno il giocatore che cerca a tutti i costi la giocata. Non è un bomber vecchia maniera di scarse qualità tecniche ed ingombranti mezzi fisici, ma allo stesso tempo rimane comunque una punta pura da area di rigore. Boh…
Un numero su tutti è indicativo di quanto – e di come – l’attaccante argentino incida in mezzo al campo. Dei 103 gol segnati finora in carriera, soltanto cinque – ovvero meno del 5% – sono stati segnati da fuori area di rigore: gli altri, ovviamente, tutti a ridosso della porta (leggi anche: I RECORD DI ICARDI: MEGLIO DI HIGUAIN). L’attaccante dell’Inter, per dirla tutta, raramente prende palla al di fuori del proprio regno incontrastato, se non in uno scarso 10% dei casi e difficilmente per scopi prettamente difensivi, ma se vogliamo essere ancora più precisi, Icardi raramente tocca palla in assoluto. Per dire: l’argentino segna un gol, in media, praticamente meno che ogni quaranta tocchi palla (38,9). Contro la Sampdoria ieri poi, addirittura, è riuscito ad arrivare all’apoteosi dell’essenzialità: quattro reti segnate con appena quattordici palloni giocati in totale e soltanto sei tiri in porta con una percentuale realizzativa del 67% circa.
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Icardi: un gol ogni tre tiri in porta, massimo risultato col minimo sforzo
Numeri straordinari, dite, ovvero lontani dalla normalità di una stagione? Manco per niente. Probabilmente ieri Icardi ha giocato un po’ meno palloni – ma davvero pochi meno – di quelli che normalmente gli arrivano in area di rigore, ha però tirato in porta anche più rispetto a quanto normalmente fa. Quest’anno, per dire, era riuscito a tirare in porta altrettante volte – sei appunto – soltanto in altre due occasioni: all’andata, sempre contro la Sampdoria, quando segnò due reti, e contro l’Atalanta, quando segnò sempre una doppietta. Non è un caso che la media di tiri in porta per partita in campionato dell’argentino quest’anno sia di appena di 3,1. Finora in totale Icardi ha tirato in porta 74 volte segnando 22 gol con una capacità realizzativa prossima al 30%. Se vi pare poca roba, dovreste considerare allora i numeri anche degli altri attaccanti.
Per dire, Paulo Dybala che ha segnato finora 17 gol in A, ha una media di quasi 4 tiri in porta a partita. Lorenzo Insigne, che ne ha segnati solo 7, favorito dal gioco del suo Napoli ha una media di quasi 5 tiri in porta a gara. Edin Dzeko – 13 gol – ha una media di quasi 4,5 tiri in porta. Dries Mertens – 17 gol – di 3,8 tiri in porta a partita. Fabio Quagliarella – 17 gol pure lui – di 3,4. Icardi ha tirato di media in porta meno perfino del compagno di reparto – non certo un bomber di razza – Ivan Perisic (3,2 tiri a partita), che però ha segnato solo 8 gol finora. Tradotto: l’attaccante interista è l’emblema del cinismo sotto porta insieme forse soltanto a Ciro Immobile, che ha una media tiri leggermente superiore (3,5 tiri in porta a partita) con 24 gol però all’attivo, e Gonzalo Higuan (15 gol con 3 tiri in porta a gara). Numeri comunque impressionanti, comunque li si voglia vedere, perché significano una sola cosa: Icardi segna in media tre gol ogni dieci tiri o, se preferite, segna un gol ogni tre tiri in porta. Un, due, tre… gol!
L’essenzialità di Icardi: il nuovo che gioca come un vecchio
Altri numeri che possono rendere meglio il concetto dell’antica modernità di un giocatore totalmente nuovo, ma allo stesso tempo di un’altra epoca in quanto a concetti di gioco: Icardi, che è alto 181 centimetri – non certo una torre vecchio stampo, nonostante la discretissima altezza – ha una media superiore all’1,2 di contrasti aerei vinti a partita. Non è per nulla poca cosa se pensiamo che, tra i diretti concorrenti della classifica bomber di Serie A, solo Edin Dzeko ha fatto decisamente meglio (3 contrasti aerei vinti a partita), con i suoi 193 centimetri, ben dodici in più dell’attaccante dell’Inter. Irraggiungibili le medie di Leonardo Pavoletti ed Ante Budimir (maestri del gioco aereo): rispettivamente 5,6 e 4,5 contrasti aerei vinti a partita, con una discreta partecipazione però anche al gioco difensivo che, come già accennato, Icardi praticamente non ha.
Per chiudere infine, ad ulteriore riprova della staticità del nerazzurro: Mauro, argentino atipico, quest’anno ha cercato il dribbling in campionato soltanto sei volte in totale con una media prossima allo zero (0,2 dribbling a partita). Per dire: Douglas Costa ha una media di 3,4, i connazionali Alejandro Gomez, Paulo Dybala e Diego Perotti di 3,3, 2,7 e 2,5. Icardi riceve assist, ma non ne fa: solo uno quest’anno – ad Eder contro il Torino – eppure Immobile, che ha segnato poco più di lui, è a quota 8, Mertens è a quota 5 come Quagliarella ed Higuain, persino Dybala è a quota 3. Ultimissimo dato statistico: il punteruolo interista quest’anno ha messo a segno finora 23 passaggi chiave (esattamente uno a partita): Insigne ha una media di 2,6 ed è forse irraggiungibile un po’ per tutti, ma Mertens è comunque a 1,7, Dybala a 1,5, Dzeko a 1,4 e Immobile a 1,3. Pochi assist, pochi tocchi palla, pochi passaggi, pochissimi movimenti offensivi: l’essenziale, nel caso di Icardi, è tutt’altro che invisibile agli occhi.