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Icardi e quella maledetta clausola, motivo del divorzio con l’Inter

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Gli ultimi clamorosi sviluppi sembrano allontanare la permanenza di Icardi all’Inter: tutto nasce da quella maledetta clausola

La notizia della degradazione di Mauro Icardi ha squarciato come un fulmine il cielo sereno di Appiano Gentile. Di ipotesi se ne sono fatte tantissime e, per ora, nessuno sa con esattezza cosa sia successo tra il club e il suo ex capitano. Quel che è certo è che uno dei motivi che ha portato alla rottura tra le parti, sia stata la clausola rescissoria che ha fatto prolungare e rimandare settimana dopo settimana l’accordo sul rinnovo. 110 milioni. Questa la cifra che l’Inter voleva far aumentare fino a 180/200 nel nuovo contratto e che invece Wanda Nara desiderava lasciare così o addirittura levare del tutto.

Sì, perchè la moglie-agente di Icardi temeva che se la clausola rescissoria fosse stata fissata oltre i 150 milioni, nessuno si sarebbe sognato di trattare l’attaccante in estate. Per questo motivo dopo lunghe discussioni, Wanda Nara accettò di alzare la clausola ma solo nel caso in cui lievitasse parallelamente l’ingaggio del marito. Nelle sue uscite a Tiki Taka, infatti, la Nara ha sempre lamentato di come Icardi prendesse molto meno rispetto ai top player della Serie A. Pretendeva un ingaggio di almeno 9 milioni (come Higuain al Milan). Una richiesta che non ha mai trovato il parere positivo della dirigenza nerazzurra e che, insieme ad altri fattori, ha portato alla spaccatura tra il club e il giocatore.

E ora che succede? La clausola di 110 milioni resta e sarà valida dal 1° al 15 luglio 2019 solo per i club esteri. Occasione ghiottissima per squadre come Real, Chelsea, United che potrebbero accaparrarsi il forte argentino quasi a prezzo di saldo, viste le cifre che sono circolate nell’ultimo mercato estivo. Maledetta clausola, penseranno i tifosi interisti…

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