Editoriale

Icardi e la pancetta da impiegato: il declino irreversibile di un (ex) atleta

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Le recenti immagini di Mauro Icardi in evidente sovrappeso pongono enormi dubbi sul suo presente e futuro da calciatore

Se Mauro Icardi fosse un impiegato del catasto, ci sarebbe da stare allegri e da godersi le feste in famiglia. E poco importa per qualche sfizietto in più a tavola. Ma, con tutto il rispetto per noi lavoratori sedentari, il centravanti argentino è, o almeno dovrebbe essere, un atleta nel pieno della sua maturità e della sua forza all’alba dei ventinove anni.

Le ultime pubblicazioni Instagram di Wanda Nara hanno invece scoperchiato il pentolone su una condizione fisica non proprio esemplare. E molto ci sarebbe da dissertare anche sulla “pubblicità negativa” che la moglie-agente ha indirettamente fatto al marito. Insomma, non esattamente il sistema migliore per dare una svolta alla carriera in pesante declino del suo assistito.

A meno che Maurito non si consideri già un giocatore finito e preferisca onorare il generosissimo contratto da circa 9 milioni a stagione fino alla naturale scadenza del 2024. Una manna dal cielo per il conto in banca degli Icardis, ma una sentenza di condanna per qualsiasi altro club voglia avvicinarsi al panzer del Paris Saint Germain.

E così la stessa Juventus è costretta a porsi domande profonde sul profilo (e sulla linea) perché forse nemmeno un prestito gratuito potrebbe essere un affare in queste condizioni. Sarebbe nulla più che una scommessa: suggestiva e intrigante ma pur sempre un azzardo.

Chiaro, Icardi non è il primo e non sarà l’ultimo calciatore a mettere su qualche chiletto durante le pause, ma la sensazione forte è che il ragazzo non sia più settato mentalmente sulla sua professione. La stucchevole telenovela autunnale con la moglie e l’affinità sempre più costante con foto, copertine, rotocalchi, social e pubblicità non depongono in suo favore. O quantomeno in favore del Mauro atleta: oggi come oggi pare sempre più complicato definirlo tale.

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