2018

Icardi, una prodezza per nascondere le sue debolezze

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Icardi, una prodezza per nascondere le sue debolezze: quello che Inter-Tottenham ci ha raccontato del capitano nerazzurro, dalla prestazione anonima fino al gol

Facile criticare dopo una sconfitta, meno dopo una vittoria. Figurarsi dopo un successo adrenalinico come quello ottenuto dall’Inter ieri sul Tottenham, nella notte del grande ritorno in Champions League. E figurarsi se a venir additato è Maurito Icardi, capitano del vascello nerazzurro e autore del capolavoro che ha portato al momentaneo pareggio contro gli Spurs. Ma quella, d’altronde, non è una novità: l’argentino è un bomber di razza, ha sempre segnato e sempre segnerà. E pure tanto. Perché quando riceve il pallone giusto in area di rigore (o appena al limite…) è dotato del letale morso di un cobra.

E proprio lì sta l’inghippo. Perché la sfida di ieri sera è il perfetto riassunto della non sempre fluida relazione tra l’Inter ed Icardi, come conferma un avvio di campionato tra il deludente ed il disastroso. Proprio come la prestazione del capitano nerazzurro ieri per 85′, peggiore in campo probabilmente anche secondo i suoi più accaniti sostenitori. La filastrocca, insomma, è sempre la stessa: lui dialoga poco con il resto della squadra, il resto della squadra gli recapita troppi pochi palloni da convertire in gol.

Tutto vero, ma se alle tue spalle la creazione di gioco latita e tu sei il capitano – dunque il leader ed il trascinatore, emotivo e non soltanto –, urge inventarsi qualcosa in più che fremere nell’attesa che una parabola intrigante recapiti il pallone giusto in area di rigore. Lo richiede il ruolo di capobranco, lo richiede molto più generalmente il calcio d’oggi e l’interpretazione moderna dell’arte della punta. Pena arrivare a fine stagione con trenta gol da esibire sul distintivo, e una squadra sì e no al quarto posto della classifica…

@DanieleGalosso

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