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Ibrahimovic: «Non sono Superman, ascolto il mio corpo. Sul Milan e la Champions…»

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Zlatan Ibrahimovic ha parlato in una lunga intervista affrontando temi quali il Milan, la Champions e il suo stato fisico

Zlatan Ibrahimovic ha parlato in una lunga intervista concessa a SportWeek affrontando temi quali il Milan, la correlazione tra mente e fisico e l’amico Djokovic.

TESTA – «La testa è il 50% di quello che faccio. Se devo dire oggi il mio problema è il fisico che non le sta sempre dietro».

MILAN – «Quando sono arrivato e ho chiesto nello spogliatoio quanti avessero giocato una partita in Champions hanno alzato la mano in due. Pensavo fosse uno scherzo… Ma l’obiettivo era la Champions e vincere lo Scudetto, non ho avuto successo su questo, ma ci siamo andati vicini, siamo arrivati secondi. Non è solo grazie a me, abbiamo fatto un grande lavoro tutti insieme. I compagni, anche quelli giovani e inesperti, hanno capito cosa serve per arrivare dove siamo arrivati a maggio scorso, ma anche che manca qualcosa per arrivare primi. Stiamo tutti lavorando molto su questo».

STANCHEZZA – «Quando in partita arriva la stanchezza, la testa non è sempre là, devi prendere decisioni velocemente ed è facile a quel punto sbagliare. Pensi lento. Volevo qualcosa che mi aiutasse in pochi minuti (perché sublinguale) a tenere la concentrazione. Avevo visto in tv Tiger Woods che giocava con un chewing-gum in bocca, il commentatore diceva che gli serviva a tenere giù la fame. E ho capito cosa serviva a me: non posso andare in giro per il campo con la bottiglia, con il chewing-gum sì. Ora nello spogliatoio del Milan vanno a ruba. La prendo prima della partita e la tengo finché non perde sapore. Ne prendo al massimo due, perché è vero che mi piace tanto l’adrenalina, ma devo anche riposare».

FISICO – «Quando ero giovane giocavo e basta, anche se avevo male al tendine, come oggi. Volevo vincere e segnare, stop. Con il tempo e l’esperienza ho scoperto la testa. E ho capito quanto sia importante che parli con il corpo. Ecco, ora la mia testa sta bene, ma il mi fisico sta invecchiando, non sempre riesce a starle dietro ed è un problema… Quest’anno devo ascoltare il mio corpo, ogni piccolo segnale mi mandi. Solo così posso evitare conseguenze peggiori. E per giocare, come voglio, tutte le partite con continuità. Non come l’anno scorso. Devo portarmi dietro il fisico tutti giorni e dargli retta. Ragionare giorno per giorno, piano piano. E pensare che… non sono Superman!».

DJOKOVIC –  «La crisi a New York? Non è mai facile digerire una delusione così. Nole ha giocato alla grande e vinto tutto l’anno. Poi al final step gli è mancato qualcosa. Capita, succede. Ma quello che ha fatto Nole resta incredibile, incredibile. E deve pensarla così. Non ho visto altri fare la sessa cosa: lui è andato vicino all’obiettivo, come nessuno, ma poi è vero che anche gli altri sono forti, non solo lui. Però se aveva Mind the Gum, lo faceva…».

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