Hanno Detto
Ibrahimovic: «Non sono né Hulk, né Superman ma in campo sono sicuro di me»
Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato di diversi temi, a partire dalla sua personalità
Zlatan Ibrahimovic ha concesso una lunga intervista a France Football. L’attaccante del Milan ha parlato della sua personalità e della sua infanzia, per poi toccare altri temi come la Champions League mai vinta e il confronto con gli altri campioni. Infine anche una battuta sul suo futuro ritiro.
PERSONALITÀ – «Non sono né arrogante né pretenzioso. Un ignorante direbbe arrogante, una persona intelligente direbbe invece che sono sicuro di me. E non sono un tipo speciale, ma una persona normale. Poi siamo tutti diversi, ma in fondo siamo tutti uguali. Quando arrivi ai miei livelli, non hai scelta. E non ho nessuna voglia di condividere la mia vita con tutti. Non faccio il pagliaccio su Instagram, ma voglio condividere solo la quotidianità professionale. La vita privata non la condivido. Non è un modo per nascondere le debolezze, è uno stato mentale, una forza. Ma anch’io ho una parte di fragilità. Ho emozioni, debolezze, cose che mi fanno male. Non sono né Hulk, né Superman. In campo sono sicuro di me, fuori anche, ma ho una parte di fragilità, debolezze, emozioni: è naturale. Non prendetemi per un gangster, magari sono alto e grosso, ma perché mi alleno tutti i giorni e perché in famiglia siamo tutti così. Ma non sono il duro della situazione. Direi il contrario. Quando mi si conosce, si capisce che ho un cuore grande. Se non mi conosci, mi detesti”. E ancora: “Non bisogna far finta di essere perfetti, basta essere se stessi, questa è la perfezione».
INFANZIA – «Mentalmente, quando da bambino vieni trattato come un diverso è duro. Chi subisce il bullismo può diventare mentalmente instabile, a causa del trauma che subisce. Le conseguenze possono durare una vita. I bulli sono degli ignoranti che pensano di vivere un mondo che non esiste. Quello attuale è un mondo di apertura mentale».
IL CONFRONTO CON RONALDO E MESSI – «È vero non ho vinto la Champions, ma più passa il tempo e più è bello poterla vincere. Voglio vincerla, ma sono felice lo stesso. Non credo sarei un giocatore migliore se l’avessi già vinta. Non ho nulla in meno di Ronaldo o Messi, ma non so però in base a cosa si decida per l’assegnazione del Pallone d’oro, non ne sono ossessionato. Quando il collettivo funziona, l’individuo ne beneficia: il singolo non può essere buono se la squadra non è buona. In fondo, penso di essere il migliore al mondo. Se mi manca il Pallone d’oro? No è il contrario, sono io che manco a lui».
RITIRO – «Smettere può essere davvero duro per un giocatore che ha fatto questo mestiere per tutta la vita. Ma io non ci penso ancora e non è arrivato il momento. Ci penserò quando succederà. Ma dopo la mia carriera, voglio solo sparire dalla circolazione. Quando vivi in questo mondo tanto quanto me, sai bene cosa hai vissuto mentalmente e fisicamente. Allora voglio sparire e godermi la vita».
BATTUTA FINALE – «Ragazzi, con questa intervista vi ho reso celebri, ma basta domande, è già mezzora che vi parlo: sono troppo costoso per continuare. Che voto mi do per l’intervista, da zero a dieci? Venti. Chi inviterei tra LeBron James e Lukaku in Svezia per un giro in motoslitta? Entrambi se apprezzano la neve».