2018
Ibiza, Borriello: «In Serie A troppe figurine mediatiche, basti vedere Balotelli»
L’attaccante dell’Ibiza, Marco Borriello, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui parla della sua esperienza in Spagna
L’attaccante da 96 gol con 12 maglie diverse in Sere A, Marco Borriello, gioca attualmente all’UD Ibiza, squadra che gioca nella Serie C spagnola. L’ex attaccante di Milan e Genoa ha parlato ai microfoni di La Repubblica per parlare della sua nuova esperienza, ma anche di una sua giornata tipo. Ecco quanto ha dichiarato: «Ad agosto mi chiama Galliani, che nell’Isla ormai è un habitué, e mi dice di correre da lui al ristorante, l’Ibiza cercava un attaccante. Io non sapevo neppure che avessero una squadra, anche se vengo in vacanza qui da tanto e ho casa, anzi già pensavo di viverci 6-7 mesi l’anno. Avevo offerte da Qatar, Cina, Emirati, posti così, e ho scelto subito Ibiza. È serie C ma il livello è alto, si corre, si picchia, è dura. Non è che segno 5 gol a partita perché vengo dalla serie A italiana e questa è serie C. Non funziona così. Ma è bello, mi diverto, sono ancora vivo. Le donne? Ancora questi discorsi… Ne ho avute di bellissime, certo. Ora cerco l’anima gemella: si deve dire così, no?».
«Qui è un sogno. La vita ci ha dato la fortuna di giocare qui. Viviamo in pantaloncini corti. Ora me ne andrò a pranzo al mare, ovvio. Magari al pomeriggio torno al campo per un po’ di fisioterapia. Arriva l’ora dell’aperitivo, e che fai, non te ne bevi uno in spiaggia, col tramonto? Ma niente stravizi, mangio bene ed equilibrato: al mattino ci si vede alle 8.30 allo stadio. Serie A? la nostra situazione è preoccupante. Oggi vedo troppe figurine mediatiche. Appena fai due cose in campo diventi un idolo dei social, sei famoso prima ancora di capire se davvero sei un bravo calciatore e così la crescita non è lineare. Prendete Balotelli. In carriera ha dimostrato poco, eppure avrà 10 milioni di followers, mentre Vieri, uno dei più grandi, ne ha cinque volte meno. Il livello del calcio si è alzato, perché ora devi essere pure un vero atleta, ma in Italia il livello tecnico si è abbassato. Saranno le generazioni, boh. Vista dalla Spagna, dove tutti corrono e sanno toccare la palla, perché glielo insegnano da bambini, la nostra situazione è preoccupante».