2013
I top e flop players della 19^ giornata
Diciannovesima giornata di Serie A: ecco una nostra “personale” selezione dei migliori e dei peggiori impegnati nell’ultimo turno di campionato.
TOP PLAYERS
Perin – Fenomenale nella sorprendente Epifania degli uomini di Bergodi a Firenze. Almeno cinque parate sopra le righe, due delle quali, su Tomovic e Borja Valero, semplicemente straordinarie. Avrà pure beccato 35 gol in 19 partite ma dubitiamo per colpe sue. Promettente, anzi, promettentissimo, conferma la bontà della scuola italiana degli estremi difensori, nella speranza che qualche grande club si decida a dargli fiducia senza bruciarlo con i soliti, deleteri prestiti in provincia. Il ragazzo ha personalità e classe: il resto verrà da sè.
Borriello – Quel che è giusto è giusto, o date a Cesare quel che è di Cesare. Insomma, fate vobis con i luoghi comuni ma resta il fatto che il tanto bistrattato Marco Borriello, si è presa ieri una rivincita con i fiocchi, abbattendo il Bologna con due secche rasoiate e consegnando al “Grifone” tre punti dal peso specifico inestimabile. Scommettiamo un nichelino che adesso il nome del bomber campano tornerà di moda pure dalle parti di Vinovo. In mancanza d’altro…
Cavani – CAVANapolI, verrebbe da dire. Sì perchè la squadra di Mazzarri è per il 70% rappresentata da questo attaccante dal fisico, tecnica ed istinto eccezionali; un mix mai visto se non nei più grandi interpreti del ruolo. Ma anche nell’illustre categoria, facciamo fatica a rintracciare epigoni: Van Basten? Atleticamente fragilino. Trezeguet? Incompleto rispetto all’uruguaiano. Ibrahimovic? Solito scomparire negli appuntamenti decisivi. Lui invece aggiunge alle doti di fromboliere senza precedenti, quelle di ottimo terzino e pure di utile mediano. Vederlo con la maglia del modesto Zenit sarebbe stata un’autentica bestemmia, seppure da 55 milioni di euro…
Eder – Se Icardi è l’affossatore materiale di Buffon e compagni, questo piccolo brasiliano nativo di Lauro Muller, nello stato di Santa Catarina, è il vero artefice della resistenza blucerchiata all’armata bianconera di Antonio Conte. Sempre pronto a tenere sulla corda la difesa juventina, conserva in vita le speranze offensive doriane anche quando la sua squadra sembra pronta per la gettata di catrame e conseguente asfaltata. Da applausi un paio di slalom con tanto di serpentine e dribbling che ridicolizzano i presuntuosi avversari, evidentemente non curanti del fatto che la Samp ha ottima qualità in attacco. A 27 anni, dopo Frosinone, Empoli, Brescia e Cesena, non proprio palcoscenici rinomati, meriterebbe forse un’opportunità importante in un teatro di prestigioso.
Sau – Anche lui al bis ma nella sezione “top”. Praticamente fa tutto quello che un attaccante dovrebbe e nel migliore dei modi: corre per tre, tiene palla e segna pure il gol del momentaneo vantaggio. Esce al 75′ per il brasiliano Nenè e, guarda caso, la partita gira finendo negli artigli dell’aquila Olimpia. Lo ripeteremo fino alla nausea: meglio dar fiducia ai giovani nostrani che arruolare qualche sconosciuto pedatore straniero a buon mercato. Quasi sempre, si viene ricompensati e nel caso specifico il dòminu (signore in logudorese) Cellino Massimo, abilissimo mercante, già si frega mani e pallottoliere.
FLOP PLAYERS
Buffon – Altro che rinnovo: fossimo in Andrea Agnelli e Giuseppe Marotta, penseremmo seriamente alla successione del decisamente fu numero uno al mondo. Ormai “vanta” reattività da sacco di patate e riflessi da orso reduce da letargo invernale. Icardi gli procura uno dei più brutti pomeriggi della carriera con due tiretti banali e prevedibili. Lo abbiamo scritto in tempi non sospetti e lo ribadiamo: tempus fugit, anche per chi è stato il migliore in assoluto e per molto tempo.
Jonhatan – Sinceramente? Non si capisce proprio cosa ci faccia uno come lui in Serie A e, ancora peggio, all’Inter. Pacchianamente imbarazzante l’errore da zero metri davanti a Brkic, ciliegina su torta infarcita di sconcezze tecniche che fanno seriamente dubitare sulla competenza degli osservatori nerazzurri. Dopo Vampeta, un altro memorabile gioiello verdeoro alla Pinetina: complimenti.
Piris – Aridaje, come direbbe qualcuno dalle parti di Trigoria. Già colto una volta in “flop”, concede un deprimente bis al “San Paolo” regalando a Zuniga, tutt’altro che un’ira divina, una serata da (molto) insospettabile Garrincha. Perfino imbarazzante in occasione della seconda rete partenopea: possibile che in Italia non esista niente di autoctono che sia meglio di questo paraguaiano confusamente volenteroso? Evviva l’esterofilia.
Cerci – A Catania c’era anche lui, almeno crediamo. Sì perché il nome dell’ex viola figura nell’undici titolare granata ma di lui non si ha la benchè minima notizia dal campo. E pensare che un paio di stagioni fa perfino la Juventus sembrava volerlo. Siamo già a gennaio e sarebbe il caso che si svegli e alla svelta prima di innescare quel ben conosciuto ed inesorabile vortice involutivo che solitamente termina con l’anonimato più crudele. Presuntuoso.
Destro – Il tanto “discusso”, in settimana, Osvaldo entra e crea due occasioni dal nulla, realizzandone una. Lui, in campo per minuti 62, non si segnala per altro che un banale errore sotto porta. Eppure, sigh, piace al presidente Berlusconi: buon per l’ex senese perché se continua così, dubitiamo che l’anno prossimo possa vestire ancora giallorosso. Sveglia.