2012

I top e flop players della 18^ giornata

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Diciottesima giornata di Serie A: ecco una nostra “personale” selezione dei migliori e dei peggiori impegnati nell’ultimo turno di campionato.

TOP PLAYERS

Borja Valero –  E’ già la seconda volta che si merita l’etichetta di “top” e non potrebbe essere altrimenti. Un motorino perpetuo dai piedi raffinatissimi che trancia la mediana palermitana con facilità irrisoria. L’uomo che sarebbe servito ad Inter, Napoli, Roma e soprattutto Milan. Ah, ma a Milanello preferiscono i boscaioli olandesi: dopo Van Bommel, De Jong e tanti saluti alla qualità, una volta marchio di fabbrica del “Diavolo”. Fantastico l’assist, da mezzapunta, con cui l’ex Villareal manda in porta Jovetic. Affarone clamoroso del bravissimo Pradè.

Lamela – Nella Roma che spiana l’arrangiata truppa rossonera, ci sarebbe più di un protagonista da menzionare ma la scelta cade sull’ex River Plate perché trionfatore del duello con il pari età El Shaarawy e, considerato lo stato di grazia dell’attaccante di Allegri, l’impresa è tutt’altro che irrilevante. L’argentino parte in sordina ma poi conficca due spilloni dolorosissimi nella bambolina del “Diavolo” e il vudù è bello che servito. Natale di traverso al geometra Galliani e visita della vigilia del presidente Berlusconi inefficace: succede, soprattutto quando si ha una squadra sullo scarsuccio andante.

Immobile – Un gol bellissimo, mix di qualità atletiche e tecniche non comuni. A dirla tutta fino alla rete del momentaneo vantaggio, troppi errori e contestazione dei genoani in trasferta; però, davanti al gioiello confezionato da Ciro da Torre Annunziata non si può non rivalutare l’intere prestazione dell’attaccante ex Juve. A proposito di Juventus: non era meglio riprendersi lui dal Pescara che farsi prestare il paracarro Bendtner dall’Arsenal? Domanda retorica, ovviamente.

Matri – Premessa doverosa: di “top”, in tutta sincerità, Matri ha ben poco. Ottimo attaccante costato decisamente più di quanto valga ma in questo, nel vendere giocatori a prezzi folli, il buon Cellino è maestro (un po’ meno nel in altri aspetti di politica societaria). Però, entrare e ribaltare un risultato quasi compromesso, è impresa di rilievo, soprattutto dopo mesi di desolante anonimato. Marotta gongola: chi l’ha detto che serve l’attaccante top a gennaio? Top, per l’appunto…

Petkovic – La Lazio che sbanca “Marassi” e si piazza solitaria al secondo posto, vince di squadra ed il merito è tutto di questo allenatore bosniaco, poliglotta semi-sconosciuto fino ad una manciata di mesi fa. Qualificazione in Europa League ed eccellente campionato con una rosa tutt’altro che trascendentale: togliete Hernanes e Klose, e gli “Aquilotti” di Lotito sono qualitativamente poca roba. Questo accresce i meriti del nostro, capace di dare nerbo e personalità ad una squadra costruita con parsimonia (il presidente è un esperto in materia) e competenza. E sì perché quanti altri dirigenti avrebbero scelto Petkovic, affidandogli un club prestigioso?

FLOP PLAYERS

Cassano – Il rossoblu a lui ex doriano non fa effetto. C’era da aspettarselo da uno che è passato dal Milan all’Inter senza batter ciglio o quasi. Impalpabile ed inconcludente, si lascia disattivare dalla difesa del “Grifone”, non propriamente rinomata per efficacia e la tenuta stagna. Peccato per lui e per l’Inter: il momento era decisivo ed entrambi sembrano averlo irrimediabilmente perso. Tornerà? Vista la cadenza della Juventus attuale, ne dubitiamo.

Yepes – Il bell’uomo rossonero va in tilt e di brutto. Sembra un attore di Hollywood ma in realtà sabato sera si trasforma in spettatore al teatro Olimpico. Il colpo di testa è, anzi sarebbe, la specialità della casa: il colombiano, in collaborazione con il gattone addormentato Mexes, si lascia uccellare per ben tre volte. Confuso, anzi confusissimo: sarà l’età?

Astori – Da ottimo difensore quale è, dovrebbe sapere che le maniere forti vanno bene se usate con furba parsimonia. Il nostro invece, macchia una prova ottima menando come un fabbro e, aggravante, da già ammonito. Si becca il giallo e continua a sferragliare finchè arriva, inevitabile il secondo cartellino e la doccia anticipata. Episodio determinate perché il Cagliari, che fino ad allora aveva tamponato senza affanni gli svogliati assalti juventini, rimane in dieci e perde compattezza. Peccato perché giocava bene: certi eccessi però bisognerebbe avere l’intelligenza di evitarli.

Vidal – E sono due. Dopo la prestazione “alcoolica” di San Siro contro il Milan, ecco un’altra prova annebbiata, mettiamola così. Vaga per il campo senza metà, intervenendo male e spesso a sproposito. Ciliegina (sotto spirito) sulla torta, il rigore calciato al campanile della Certosa. Si capisce subito quando il cileno non è in giornata: basta guardarlo riscaldarsi prima della partita. Siccome però non è la prima volta che accade e la cosa non sembra avere giustificazioni, sarà mica il caso di richiamarlo all’ordine?

Morganella – Cognome sul buffo andante da streghetta di serie B. Gasperini non lo aiuta, schierandolo inopinatamente da interno e contro Borja Valero che gli fa pelo e contropelo senza pietà alcuna. Causa il secondo rigore in evidente stato confusionale. A disagio da titolare in Serie A: troppo cattivi?

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