2012

I top e flop players della 17^ giornata

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Diciassettesima giornata di Serie A: ecco una nostra “personale” selezione dei migliori e dei peggiori impegnati nell’ultimo turno di campionato.

TOP PLAYERS

Pirlo – Il “Gran Maestro” della loggia bianconera si conferma unico detentore del verbo, quello autentico. Aperture millimetriche distribuite con il compasso, protezione della palla da antologia e piazzato finale dalla misteriosa traiettoria vincente. In pratica, viviseziona le linee atalantine con precisione chirurgica prima di abbattere la “Dea” con la specialità della casa. Che il Cielo ce lo conservi sempre così in salute: sarà questa la preghiera natalizia di Antonio Conte? Da solo, il Maestro barbuto vale mezza Juventus.

Klose – Avete presente Trezeguet? Ecco, il tedesco nato 34 primavere fa nel voivodato polacco di Opole, o Oppeln in germanico, è il clone del francese, magari giusto un po’ meno acrobatico ma egualmente mortifero. Inesistente per infiniti periodi di gioco, spunta improvviso nei momenti topici, quelli propri dei campioni, per timbrare con lo stampo incandescente avversari e partita. Ultima vittima, l’Inter inconcludente di Stramaccioni e il bravo Handanovic, freddato a pareggio quasi scontato, da un diagonale pestifero ed anticipatore. Ecco un altro tizio sullo stagionato andante, che però vale da solo mezza squadra.

Diamanti – Magari il titolo settimanale di “top” spetterebbe a Kone per la sforbiciata da album Panini che illumina i felsinei indirizzandoli al saccheggio del “San Paolo”. Però l’ex Livorno e West Ham si dimostra ancora una volta centrocampista dalla completezza disarmante. Contrasta, imposta e ricama senza lesinare energie nè agonismo. Un fabbro armato di fioretto o un fiorettista che va in giro con il martello: fate vobis. Meriterebbe un club vincente.

Toni – Misteri del calcio. Da paracarro in disarmo, confinato solo pochi mesi fa nella sabbia arabica a consumare gli ultimi rantoli di una carriera importante, ad attaccante decisivo di un torneo, quello italiano, nel quale per andare in gol con continuità bisogna spargere qualità e malizia. Era dal 2010 che il gigante modenese non sprigionava tanta brillante intraprendenza: dopo la Roma, il Genoa, la Juventus e l’Al-Nasr, ecco l’approdo fiorentino dove dar fondo al caricatore e ricordare a tutti che il signor Toni Luca fu campione del mondo a Berlino. Mica pizza e fichi…

El Shaarawy – Balotelli. Lewandowski o Drgoba: tutta gente dal cartellino/ingaggio cari, che Galliani vorrebbe a Milanello. Noi invece, suggeriremmo al geometra Adriano di blindare tempestivamente questo giovanotto che ad Arsene Wenger piace da matti e che potrebbe presto occupare uno dei posti tra i primi cinque giocatori al mondo. Altro gol e altro assist (per Nocerino), omettendo il calcio d’angolo deviato nella propria rete da Jonathas. Il tutto cementato dalla solita prova di corsa, qualità e voglia che ha fatto dire al tecnico alsaziano dei “Gunners”: “El Sharaawy sarebbe perfetto per il gioco dell’Arsenal”. Ce ne siamo accorti: e Lei, Geometra?

FLOP PLAYERS

Maggio-Zuniga Una volta erano le ali capaci di far decollare la macchina da guerra di Mazzarri; ora la zavorranno inesorabilmente. Inconcludenti, corrono a vuoto senza incidere, sparacchiando presunti cross a vanvera. L’ombra degli stantuffi che furono, cominciano a rappresentare un problema, l’italiano soprattutto, perché vittima di un’involuzione preoccupante. Senza esterni efficaci, il 3-5-2 diventa il modo migliore per suicidarsi: e il Bologna, commosso, ringrazia.

Manfredini-Bellini Altra coppia da incubo. Vucinic e Giovinco, non proprio due fulmini di guerra, si godono la domenica pre-natalizia in pieno relax, passeggiando tra le illuminate vetrine atalantine e saccheggiandole a piacimento. Su Manfredini poi, pure l’aggravante dell’espulsione. Difficile uscire vivi dallo “Juventus Stadium” se si lasciano testa, concentrazione ed agonismo nelle nebbie padane. Stendardo, il meno peggio della difesa orobica, fa un figurone al confronto.

Pereira – Discreto giocatore ma che non vale certo quanto è costato, 10 milioni di euro, e potrebbe ancora costare (bonus possibili fino a 3,5 milioni di euro). La sensazione è che in Italia, ci sia di meglio e prezzi decisamente più consoni al momentaccio (economico). Tanto lavoro sporco, in puro stile uruguagio, e poco altro. Spesso in difficoltà sulle incorsioni di Konko e Gonzales, arriva in ritardo pure su Klose, non riuscendo ad evitare il diagonale che decide la partita. Altro affarone confezionato con diabolica astuzia mercantile da quei furboni del Porto, suo club di provenienza: finchè ci saranno pescioloni pronti ad abboccare, sai che festa in Portogallo!

Conti – Solitamente tra i migliori nel suo ruolo, perde bussola, calma e redini della squadra consegnandola al famelico Parma del dirimpettaio Valdes. Confusionario come mai lo si era visto prima, spreca una quantità industriale di palloni, contribuendo all’anarchia totale dei rossoblu. La ciliegina sulla torta è l’ammonizione che gli costerà la sfida contro Juventus; ma gli va pure di lusso perché avrebbe meritato un altro giallo per la gomitata in faccia al povero “paisà” Sansone. Disastroso.

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