2014
I sette misteri della Serie A
Primi bilanci: cercasi Ucan, Scuffet, Lestienne, Michu, Bergessio, Keita e Muriel
SERIE A UCAN SCUFFET LESTIENNE MICHU BERGESSIO KEITA MURIEL – Ogni sosta per l’impegno delle nazionali è da sempre foriera di seppur parziali bilanci della Serie A: trascorse undici giornate di campionato – poco meno di un terzo dell’intera posta in palio – è lecito indicare alcuni profili che, per ragioni del tutto differenti (non consideriamo ovviamente chi è restato fuori per infortunio per l’intera fetta di torneo già disputata), non hanno assolutamente reso quanto ci si potesse attendere.
SALIH UCAN – Ricordate i termini dell’operazione economica che ha portato il talentuoso centrocampista turco in giallorosso? Nel caso ve li rimembriamo noi: 4.75 milioni di euro per il prestito – estendibile a due anni senza oneri aggiuntivi – e poi il diritto di acquisizione a titolo definitivo per 11 milioni. Un acquisto salatissimo insomma per un interessante prospetto classe ’94, in grado di giocare in mediana o sulla trequarti e chiamato ad innestare ulteriore qualità in una macchina già di per sé funzionante. Il campo però ad oggi ha raccontato altro: tre minuti complessivi che lo rendono il vero caso dell’attuale Serie A. Garcia non sembra essersi accorto della sua presenza: lo vede in questa Roma?
SIMONE SCUFFET – Uomo copertina della rovente estate di calciomercato: dal potenziale erede di Courtois nell’Atletico Madrid campione di Spagna e vicecampione d’Europa alla panchina nella sua Udinese il passo è stato molto più breve del previsto. Spodestato dalle ottime prestazioni del collega greco Karnezis, il tecnico Stramaccioni non gli concede spazio né sembrano esserci chance all’orizzonte: che si fa? Classe ’96, è indubitabile che la strada davanti a sé sia talmente lunga da non doversi allarmare ma è pur vero che il ferro va battuto caldo…
MAXIME LESTIENNE – Classe ’92, giunto come uno dei crac del campionato, tutti ad interrogarsi su come fosse stato possibile che ad aggiudicarselo fu proprio il Genoa. Ad oggi poco più – o poco meno, fate voi – di un gattino spaesato: mai un’iniziativa personale e degna di lode, mai uno spunto, un assist o una traccia di cotanto talento. Il belga, arrivato in prestito dall’Al–Arabi con diritto di riscatto fissato addirittura a ben venti milioni (tanto da far ipotizzare che dietro l’operazione ci fosse un top club internazionale), nelle gerarchie di Gasperini viene dopo Perotti e Kucka ed ultimamente scavalcato anche da Iago Falque: un’occasione persa insomma se non ingrana la marcia al più presto.
MICHU MIGUEL PEREZ CUESTA – Cercasi i diciotto timbri (22 stagionali) messi a segno nella Premier League 2012-13: scenario in cui si è ammirato un attaccante totale, forte fisicamente ed allo stesso tempo abile ad aggredire gli spazi, repertorio variegato e lucidità negli ultimi metri. Un potenziale crac poi smarritosi dietro una sequela di infortuni che tuttora ne condizionano continuità e dunque rendimento (zero alla casella gol, un assist in Europa League contro lo Sparta Praga): la sensazione personale è quella che possa invertire la rotta da un momento all’altro – complice il pesante infortunio occorso ad Insigne che, seppur non propriamente dello stesso ruolo, toglie un elemento alla concorrenza nel forte pacchetto offensivo partenopeo – ma è bene che faccia presto se vuole lasciare traccia nell’economia del Napoli.
GONZALO BERGESSIO – Ricordate per caso le scene di giubilo all’aeroporto di Genova in concomitanza del suo approdo in blucerchiato? Veniva quasi da chiedersi se fosse arrivato Gonzalo Bergessio o Gonzalo Higuain. Ma l’entusiasmo è sempre ben accetto quando si parla di calcio, solo che alle volte si scontra con la cruda realtà dei fatti: Mihajlovic all’argentino ha preferito un non irresistibile Okaka, per l’ex attaccante del Catania spiccioli a gara in corso e due soli impieghi da titolare. Il totale fa 191 modesti minuti e zero gol, riuscirà a riconquistare la fiducia del suo tecnico in una Sampdoria che viaggia a ritmi incessanti? Forse un calo complessivo può rilanciarne le quote.
KEITA BALDE’ – In prospettiva probabilmente il nome più grosso presente in questo elenco: classe ’95, si era imposto con enorme personalità nella scorsa stagione in una Lazio alla disperata ricerca di un porto in cui rifugiarsi. Oggi che il club biancoceleste è faticosamente ritornato ai livelli che gli spettano ecco che il giovanissimo spagnolo è scomparso dai radar: no, non accampate la scusa dell’infortunio. Anche prima del problema rimediato alla coscia il nuovo allenatore Stefano Pioli non lo ha mai visto, di fatto concedendogli le prime due gare salvo poi abbandonarlo in panchina. E nell’attuale Lazio dovrà sgomitare non poco per riconquistare quanto perso: è l’ora di tirare fuori gli artigli, riuscirà nell’intento?
LUIS MURIEL – Se per la prospettiva il nome è quello di Keita per il talento puro Luis Muriel batte tutti: fa quasi male inserirlo in questa lista ma tant’è, il colombiano non va. Doveva essere la stagione del grande rilancio nell’Udinese dopo la cocente eliminazione della mancata convocazione a Brasile 2014 ma ad oggi i fatti vanno in tutt’altra direzione: l’attaccante – tra impieghi da titolare (4) e da subentrante (7) – ha sempre giocato senza però raccogliere nulla. Neanche un gol ed è un dato allarmante: Muriel sta disperdendo un enorme talento ed allontanandosi sempre più dalla traiettoria di campione che aveva lasciato intendere nelle prime battute della sua carriera. Non è tardi, ma neanche presto.