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I 5 motivi per i quali Osimhen andrà via dal Napoli (se succederà)
E se Osimhen andasse via dal Napoli? Ecco i cinque motivi per i quali il nigeriano potrebbe dire addio al club azzurro
Victor Osimhen sarà l’attaccante del Napoli edizione 2023-24? Andiamo a elencare tutto ciò che in questo momento sta facendo dubitare che andrà proprio così.
1) Il “Mai dire mai” di Rudi Garcia pronunciato ieri a Dimaro e prontamente sparato in prima pagina dal Corriere dello Sport. Può essere la risposta obbligatoria o di circostanza di un uomo di mondo. Che non ha fatto 3 anni di militare a Cuneo come il partenopeo Totò (anzi, per dirla a suo modo “parte nopeo, parte napoletano”), ma che conosce le leggi economiche del neo-calcio avendole apprese nella sua ultima esperienza araba. Oggi come oggi, chi si sente di escludere qualsiasi cosa da qui fino al 31 agosto dato l’ammontare di certe offerte? Non che Osimhen sia destinato a quel mondo, ma se mai Mbappé si dirigesse lontano da Parigi, il giocatore ideale per sostituirlo anche simbolicamente sarebbe proprio Osi.
2) I 200 milioni di ADL non sono veri. Non lo è nulla, fino a quando non si manifesta un acquirente. Quanto è credibile quella cifra sparata dal Presidente, che in questo momento ammonterebbe addirittura a 80 milioni in più di quel che ipotizza transfertmarkt? Di fronte a un assegno della metà, con conseguente riflesso sull’ingaggio del giocatore, come si farebbe a resistere? In più: e se fosse proprio questo il momento giusto per incassare la quota di denaro più alta? In fondo, Gonzalo Higuain insegna, anche se lì c’era una clausola rescissoria: i gol fatti al momento della cessione – almeno in campionato – non li ha più fatti…
3) Le reazioni di Victor. Defilato in sede di presentazione, esuberante e coinvolgente nell’esprimere felicità da partitella. Quasi un’antitesi tra gioia del campo e imbarazzo nelle occasioni istituzionali. Molti tifosi vedono nel sorriso ciò che cancella tutto e in particolare ogni interpretazione malevole. Ma al di là delle battaglie da social, quel che è certo è che il Napoli – e ancor più Napoli inteso come ambiente che abbraccia la squadra – ha bisogno di un Osi intero, che rappresenti l’anima oltre la tecnica. DeLa sbaglierebbe a trattare il suo caso alla stregua di una normale situazione di fedeltà da verificare in sede di contratto.
4) Il rifiuto di Spalletti. C’è chi vede nell’addio del mister la consapevolezza che il suo Napoli sarebbe stato smontato, a partire dalla cessione del capocannoniere. Retropensieri, certo, ma logici in un calcio che vive anche di questo.
5) Le sfide di De Laurentiis. Ha già mostrato di saper ridisegnare il Napoli mandando via la vecchia guardia. Era un’altra storia, certo, questa sarebbe una vicenda quasi impossibile da gestire nel tempo che trascorrerebbe tra la partenza di Osi e l’arrivo del sostituto, ma vi sembra ADL uno che si spaventa?