2016
Gollini: «Fiorentina, ti avevo già fatto male»
«La parata su Kalinic? Destino. La classifica del Verona è colpa nostra»
Alla Fiorentina Pierluigi Gollini ha fatto del male due volte: l’ultima, settimana scorsa, parando un tiro che era praticamente già in porta a Nikola Kalinic, la prima invece quando giovanissimo, nel 2011, decise di mollare la squadra viola per emigrare ed andare nel Manchester United. Tre anni dopo l’estremo difensore, classe 1995, è tornato in Italia, con la maglia dell’Hellas Verona, squadra di cui è diventato quest’anno titolare. La classifica, è vero, è un po’ imbarazzante per gli scaligeri, ma Gollini ha più motivi per sorridere. Tornando indietro l’estremo difensore bolognese rifarebbe tutto ciò che ha fatto: «Il passaggio allo United? Me lo dissero e passai la notte a guardare il soffitto: sarei partito la mattina dopo – ricorda Gollini – . Mi hanno accusato di aver fatto questa scelta per soldi, ma non è vero: la mia famiglia non ha preso un euro. Era la voglia di confrontarmi con un mondo nuovo». Tanti i ricordi del portiere, dagli allenamenti con Wayne Rooney e Ryan Giggs, passando per le gare di punizioni in cui qualche tiro riusciva a parararlo…
GOLLINI: «FIORENTINA, ERA DESTINO» – La parata su Kalinic, dicevamo, è stata una perla di rara bellezza, che tra l’altro ha condannato la Fiorentina a un pareggio che sa tanto di sconfitta, vista l’uscita, forse definitiva, dalla zona che vale la Champions League. Gollini racconta: «Istinto e testa. La partita stava per finire, azione concitata, c’era un mezzo fallo, pareva fuorigioco… La mia forza è stata rimanere concentrato, poi è venuta naturale: ero piazzato bene, ho seguito la palla. E sono stato bravo a buttarla fuori, a non rimetterla in area». Destino appunto, come racconta l’estremo difensore, che ora sogna la Nazionale, anche se davanti ha un altro giovane di livello, tale Gigi Donnarumma…
«SIAMO MESSI MALE? COLPA NOSTRA» – Con lui, nelle giovanili dello United, c’era anche un certo Paul Pogba: «Gran personalità, colpi da campione e la reputazione di quello forte – spiega Gollini oggi in una intervista a La Gazzetta dello Sport – . Però forse l’hanno sottovalutato, non pensavano che potesse diventare quello che è ora». Sulla scelta di tornare in Italia: «Ognuno ha la sua strada e la sua testa. Io dopo tre anni volevo tornare, ma è stata una scelta legata al ruolo: mi serviva un allenamento tecnico differente. La nostra scuola di portieri è superiore alla loro, lo dice la storia. Se fossi stato un difensore forse non sarei qui». Sulla situazione attuale del Verona, ultimo in classifica e condannato alla retrocessione: «C’è un po’ di demerito di tutti, potevamo fare di più, il cambio di allenatore ci ha dato qualcosa, ma sono convinto che se il campionato cominciasse oggi non ci troveremmo in questa situazione e ci salveremmo. Spesso la fortuna ci ha voltato le spalle, ma la fortuna è dei forti e uno dev’essere anche bravo ad averla».