2017

Han, obiettivo della Juve, rifiuta la Domenica Sportiva: «Pyongyang non c’entra»

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L’assenza del giovane nordcoreano Han dallo studio de La Domenica Sportiva ha suscitato non poco stupore, ma il Presidente del Perugia Santopadre cerca di giustificare l’accaduto, escludendo questioni politiche

Il suo nome è sulla bocca di tutti almeno da un mese a questa parte, vuoi per le prestazioni, vuoi per i gol, vuoi per la sponsorizzazione di Razzi: stiamo parlando di Han Kwang-Song, il giovanissimo attaccante nordcoreano del Perugia. Arrivato in sordina, via Cagliari, il classe ’98 ha contribuito in maniera determinante, in questo primo scorcio di Serie B, alla conquista della vetta del suo Perugia. Ma a far parlare di sé, non sono soltanto le sue prestazioni, bensì anche un mistero legato al suo rifiuto di partecipare alla trasmissione “La Domenica Sportiva“.

Invitato, insieme al suo Presidente Santopadre, a presenziare e a raccontare le gesta di questo inizio straordinario, Han ha rifiutato, scegliendo di rimanere in albergo; un diniego che ha suscitato un certo scalpore e malumore tra i presenti in studio. Nonostante le iniziali scuse del Presidente -«Mi scuso subito se sono solo questa sera» -, la sedia vuota ha stimolato la curiosità, in particolare, di Riccardo Cucchi, il quale ha cercato di andare in fondo alla questione, tirando in ballo anche il tema politico: «Può dirci, Santopadre, il motivo per cui Han non è presente questa sera nel nostro studio? […] Scusi se le chiedo di essere ancora più preciso: ma è possibile che questa sera Han non sia qui perché nordcoreano? Io sono malizioso, c’entra qualcosa il fatto che il ragazzo sia della Corea del Nord?».

Una domanda decisamente spinosa che, però, non ha scalfito l’imperturbabilità di Santopadre, il quale è subito intervenuto a giustificare la bizzarra assenza: «Han è timido, non conosce ancora bene la nostra lingua. In campo è bravo, ma non è abituato a questa esposizione mediatica. A lui non piace essere esposto mediaticamente: a poche ore dalla trasmissione mi ha chiesto di non venire. L’ho visto in quelle condizioni e non me la sono sentita di portarlo ma sta crescendo, cambierà. Capirà che in Italia fare il calciatore significa anche passare per queste cose». Caso chiuso, dunque, almeno pare.

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