2017

Guidetti e la Svezia dello spareggio: «Grande sfida con l’Italia»

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John Guidetti, erede del sangue italiano, ma fiero della sua Svezia: «Abbiamo possibilità di arrivare al Mondiale. Ibrahimovic…»

Si è fatto male ad agosto con la Roma in amichevole, lui che si sente laziale. È tornato, non è al meglio ma con l’Italia voleva esserci a tutti i costi. Lui è John Guidetti, nonno di Ferrara, cresciuto in Kenya (dove il padre ex rugbista lavorava) giocando scalzo negli slum, tanti provini in Italia e la scelta del Manchester City. Poi Olanda, Scozia e Spagna, dove a Vigo ha trovato la dimensione del «cult hero». Lo adorano, ed è facile farlo perché ha il cuore d’oro e la lingua sciolta. Ha battuto l’Italia nel debutto dello storico Europeo U-21 vinto dalla Svezia due anni fa e ha perso l’anno scorso all’Euro francese. Rieccoci per altri due atti: «Due grandi partite, di quelle che non ti vuoi perdere. Alla Friends Arena ci sarà il pienone, 50.000 persone, grande atmosfera. E sarà lo stesso a San Siro. Ci ho giocato una volta col Celtic, stadio magnifico. È come se il Mondiale fosse già cominciato: per una squadra continuerà, per l’altra finirà».

NUOVE STRATEGIE – Il vostro ct Andersson ha detto di aver rispetto, ma non paura. «Il calcio è lo sport più bello del mondo perché tutto può succedere. Ovvio che l’Italia è favorita: tra le quattro che potevano toccarci era la peggiore, però è vero anche il contrario: penso che l’Italia avrebbe preferito non giocare con noi. Abbiamo rispetto per una grande squadra, ma paura non è la parola corretta per descrivere il nostro stato d’animo. Siamo usciti vivi da un gruppo duro con Francia e Olanda, abbiamo fiducia in noi stessi e siamo convinti di potercela fare». In questi 15 mesi sono cambiate parecchie cose. «Sì, i due allenatori sono diversi, io giocavo con Zlatan ma l’Italia è sempre l’Italia: avete una gran difesa e una struttura di gioco solida, non regalate spazi e occasioni come a volte capita con grandi nazionali che vogliono attaccare in massa e magari si scoprono. Ma anche alla Svezia è dura far gol. Vincerà chi farà meno errori».

CUORE GIALLOBLU – Qual è il vostro punto di forza? «L’unità. Della squadra, ma anche della nazione. C’è grande feeling: per la partita col Lussemburgo abbiamo battuto il record di presenze, pochi anni fa sarebbe stato impensabile». Questa era l’idea del nuovo ct, che il gruppo sopperisse all’assenza di Ibrahimovic? «Esatto. E poi occhio, non è che il ct ha messo in campo un gruppo di amici. Abbiamo ottimi giocatori, che poi siano anche amici è importante, ma prima di tutto viene la qualità e la Svezia ne ha da vendere. Il nostro ct ha vinto un campionato col Norrköping che non era tra le favorite, giocando il miglior calcio del torneo. Perché non è che la Svezia sia una squadra solo “kick and run”, tutt’altro. Ci piace giocare la palla e sappiamo farlo». Guidetti ricorda a “La Gazzetta dello Sport” che questa è una partita speciale per lui: «Chiaro. Ho sangue italiano, abbiamo una casa a Roma, mio nonno è sepolto a Ferrara e ogni tanto andiamo a trovarlo; la prima partita che ho visto dal vivo è stata Lazio-­Bologna con Eriksson allenatore nell’anno dello scudetto. Sfidare il mio secondo Paese è emozionante, ma il cuore è gialloblu. Mi piace l’Italia, ma amo la Svezia».

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