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2016

Guardiola e Mourinho, anche il secondo posto è un fallimento

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Costretti a vincere: Manchester City e United padroni del calciomercato

Numeri da capogiro quelli che interessano i due club di Manchester: United e City sono i padroni assoluti del calciomercato internazionale, costretti a dominare la scena per farsi perdonare gli insuccessi recenti. Quarto il Manchester City, chiamato a passare dalla porta laterale se vorrà far parte della prossima Champions League, addirittura quinto il Manchester United – dopo un quarto ed un settimo posto – buttato fuori dall’Europa dei grandi.

LE RISPOSTE – Ferme, forti, esagerate come i milioni investiti in questa roboante sessione di calciomercato. Partiamo dai Citizens di Pep Guardiola: John Stones per 55.6 milioni di euro dall’Everton (classe ’94, difensore più pagato nella storia del calcio), Leroy Sanè per 50 milioni dallo Schalke 04 (’96), Gabriel Jesus per 32 milioni dal Palmeiras (’97, arriverà a gennaio), Ilkay Gundogan per 27 milioni dal Borussia Dortmund (’90), Nolito per 18 milioni dal Celta Vigo (’86), Marlos Moreno per 5.5 milioni dall’Atletico Nacional (’96, ceduto in prestito al Deportivo La Coruna), Oleksandr Zinchenko per 2 milioni dall’Ufa (’96). Totale: 190 milioni. Racimolati dalle cessioni: 20. Saldo netto: +170.

DALL’ALTRA SPONDA – Non si è fatto mancare nulla Josè Mourinho, tornato in Premier League al timone del Manchester City dopo le due esperienze alla guida del Chelsea: Paul Pogba per 105 milioni dalla Juventus (classe ’93, operazione record nella storia del calcio), Henrikh Mkhitaryan per 42 milioni dal Borussia Dortmund (’89), Eric Bailly per 38 milioni dal Villarreal (’94), Zlatan Ibrahimovic svincolatosi dal Psg e dunque a parametro zero. Totale: 185 milioni. Racimolati dalle cessioni: 0. Saldo netto: +185. Una sfida vissuta colpo su colpo dai due storici club di Manchester, con un unico grande assente: il famigerato financial fair play. Assente ingiustificato, s’intenda: i due club faranno parte delle prossime competizioni internazionali, ragion per cui dovrebbero essere assoggettate alle regole dell’equilibrio finanziario. Si racconta – ed in gran parte è vero – che ad esempio l’acquisto di Pogba sarebbe stato interamente finanziato dalla vendita delle magliette di Ibra: così fosse, urgono quantomeno delucidazioni sul funzionamento dell’oscuro meccanismo che regola il fair play finanziario.

AD OGNI MODO… – L’obiettivo primario, che alla luce di tutto quanto appena riportato non dovrebbe risultare così irraggiungibile, è quello di evitare le sorprese verificatesi nella scorsa stagione: non c’è spazio per i miracoli Leicester o i fenomeni Tottenham, la Premier deve tornare roba dei grandi club. Non si spiegherebbe altrimenti un così forte spiegamento di mezzi: due dei tre allenatori (con Ancelotti) più strutturati del pianeta, campagne acquisti faraoniche che impongono di tornare al vertice. Con una particolarità: a vincere, alla fine, sarà soltanto una. E per quella che resterà al palo – ammesso che Chelsea ed Arsenal non si rivelino all’altezza – saranno dolori: soltanto un’affermazione internazionale, complessa di per sé, giustificherebbe esborsi del genere. Sì, perché nonostante si tratti del campionato più bello e conteso al mondo, non c’è secondo posto che tenga. Se ti rendi protagonista di questi numeri hai un dovere morale: quello di vincere.

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