Cesari: «Arbitraggi? Vi spiego perché la situazione è pericolosa. Sull'espulsione di Conceicao»
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Cesari: «Arbitraggi? Vi spiego perché la situazione è pericolosa. Sull’espulsione di Conceicao»

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Graziano Cesari, al Corriere dello Sport, ha rilasciato qualche dichiarazione sugli arbitri nella prima parte di stagione

L’ex arbitro di Serie A Graziano Cesari, al Corriere dello Sport, ha rilasciato qualche dichiarazione sugli arbitri nella prima parte di stagione

ARBITRAGGI IN QUESTA PRIMA PARTE DI STAGIONE – «Stiamo andando verso una situazione molto pericolosa perché vedo diff ormità di giudizio e variabilità di certe decisioni da parte dei direttori di gara. Si cambiano le valutazioni di stagione in stagione senza che le regole siano state modificate, faccio fatica a capire perché è stata presa questa piega. Per questa ragione rischiamo di andare incontro a un’annata con tanti errori, anche se spero di essere smentito già dalle prossime partite».

PESTONE – «Quando parlo di difformità mi riferisco proprio a quello. Eppure l’anno scorso il designatore disse che il gol dalla distanza di Piccoli, in Milan-Lecce, era da annullare per via del pestone su Thiaw. Si prende come riferimento tutto il piede o mezzo? Un’unghia? E con quale metodo si valuta precisamente l’intensità?».

RIGORE NON ASSEGNATO A BALDANZI – «Questa discrepanza tra le singole decisioni non può esserci. Ammetto la discrezionalità solo se c’è qualcosa di scorretto da valutare».

DECISIONE DI NON DARE RIGORE – «Il mancato rigore è qualcosa che non ha senso perché, oltre al pestone, anche con la gamba viene creato un danno all’avversario da parte del giocatore del Monza. Per tutte le persone di buon senso è calcio di rigore. La verità è che si sta esagerando, gli arbitri cercano di continuo l’auricolare, ma non so cosa cerchino in concreto. L’arbitraggio è fatto di istintività, di ciò che si vede in campo nel momento in cui il pallone sta rotolando. Si è persa la concezione dell’arbitro che decide»

COME SI É ARRIVATI A QUESTA SITUAZIONE – «Ci si dimentica che sbagliare è normale. Cambiare una decisione sbagliata è un atto di coraggio. L’arbitro stesso è sinonimo di coraggio perché è colui che decide. Poi trattandosi di un essere umano, avendo solo una visuale e non essendo un alieno, può anche sbagliare. All’inizio il Var era accompagnato da questa concezione fondamentale. Adesso non si decide più e si aspetta. Magari si aspetta che un altro arbitro veda le immagini al monitor e commetta poi un doppio errore».

MANCATO INTERVENTO DI AURELIANO – «La domanda va posta ai diretti interessati. Io francamente non me lo spiego. C’è stato poco coraggio e quindi non si è voluta prendere una decisione. Però se non c’è il coraggio allora tanto vale non fare l’arbitro».

CONTATTO DYBALA-DE WINTER – «In quel caso Gariglio è un varista, uno specialista del settore, mentre a Monza Aureliano è anche un arbitro. Eppure il risultato che ha portato all’errore è stato uguale quindi le diverse competenze di chi decide non per forza rappresentano la soluzione di fronte a tutti i mali».

COME INVERTIRE LA ROTTA – «Onestamente bisogna ammettere che il materiale umano di Gianluca Rocchi non è eccelso, ma ciò non vuol dire che gli arbitri non possano prendere provvedimenti su casi conclamati. Su quelli discutibili non apro bocca, è giusto che ognuno abbia la sua idea, ma su quelli evidenti bisogni darsi una svegliata».

CONCEICAO – «A Torino durante Juve Cagliari Marinelli ha fatto trenta metri per un cartellino inadatto alla situazione, in cui un giocatore poggia una mano e un altro giocatore, più veloce e con un fisico diverso, finisce per terra in corsa. Mi sono chiesto il perché e cosa gli sia scattato in testa in quel momento. La simulazione quando è tale è inaccettabile, ma lo è anche il fatto che il Var non possa intervenire sul doppio giallo. Bisogna trovare subito un rimedio altrimenti gli errori saranno destinati a ripetersi».

LA SOSTA ARRIVA NEL MOMENTO GIUSTO? -«In realtà ottobre e novembre da sempre sono mesi molto brutti per i direttori di gara. Le partite iniziano a contare e statisticamente gli errori aumentano. Ovviamente mi auguro di sbagliare…».

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