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Gravina: «Dispiaciuto per Donnarumma, si dimentica in fretta. Mancini? Lo volevano altre squadre»

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Gabriele Gravina, presidente FIGC, ha parlato dal palco del Festival dello Sport di Trento. Le sue dichiarazioni

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato dal palco del Festival dello Sport di Trento. Le sue parole.

POST SPAGNA – «Non ho parlato con la squadra, non c’è bisogno, lo fa il ct. Questa sconfitta ci permette di fare qualche riflessione utile. dopo 37 risultati conseutivi. Permetterà di confrontarsi, per tre anni ci siamo confrontati solo con le vittorie ora potremo farlo con la sconfitta. Nel secondo tempo i ragazzi hanno dato tutto quello che potevano dare, hanno mostrato grande senso d’orgoglio. Il pubblico di San Siro ha anche apprezzato l’impegno di questi ragazzi, non dobbiamo abbatterci e siamo pronti per le nuove sfide»

ITALIA SVIZZERA – «L’ho vissuto con grande attenzione, la giornata più importante dopo due anni di sacrifici. »

MESSAGGI – «Speravo in un percorso di questo tipo ma era presuntuoso da pensare un copione così perfetto, sotto tutti i punti di vista. Molti si fermano sul risultato ma ci sono molti messaggi molto belli che abbiamo vissuto dall’interno e che sono stati recepiti dai tifosi. Credo che sia l’aspetto più bello e significativo del nostro percorso. Non me lo aspettavo e l’ho vissuto con gioia ancora oggi, come fanno tutti».

DONNARUMMA – «Mi spiace quello che è successo a Gigi, la memoria offusca e inganna quello che hanno fatto questi ragazzi negli ultimi tre anni. Mi è dispiaciuto molto».

RIGORI ITALIA SPAGNA – «L’ho vissuta come tutti. Eravamo in attesa di chiudere questo atto contro la Spagna, andare in finale era un risultato straordinario. Il rigore di Jorginho è stata la ciliegina, con la sua freddezza ci ha messo tutti tranquilli».

MANCINI – «Io ho iniziato il 22 ottobre del 2018, Mancini già c’era. Ho avuto solo il piacere di confermarlo in quel momento, di parlare con lui e confrontarmi. Mancini ha brillantemente portato avanti il progetto, ho avuto solamente l’intuizione, prima dell’Europeo, di fare un gesto di grande fiducia e responsabilità, credendo nel progetto. Non è importante avere un allenatore che dice “vinco l’Europeo, vinco il Mondiale”, non può essere indice di serietà. Chi è leale e onesto punta sul progetto, quello dipende da noi. Era giusto da parte mia, da parte della Federazione e dagli italiani, puntare sul rinnovo del contratto. Non lo abbiamo fatto solo per altri due anni, bensì per 4 anni fino al 2026. Questo è il mio ruolo che rivendico».

PERDERE MANCINI«Sicuramente le tentazioni esistono, voi operatori della comunicazione lo avete evidenziato. Noi eravamo perdenti sul confronto di due elementi fondamentali: la quotidianità, che in quel momento non potevamo mettere sul piatto della bilancia, né potevamo competere sotto il profilo dell’ingaggio perché diverso fra club e Nazionale. Ma ci sono due elementi insostituibili: l’amore per l’azzurro, perché tutti hanno creduto in questo progetto ma anche nell’allenatore. Avendo conosciuto in maniera approfondita il carattere di Mancini, non ho mai messo in discussione l’idea che non si potesse prolungare il contratto. Pur sapendo che c’è stato qualche interessamento. Roberto però è stato corretto, sotto il profilo del rispetto del contratto, ma è stato leale nei confronti degli italiani».

ITALIA ARGENTINA – «Si giocherà, l’abbiamo definito nell’ultimo Comitato Esecutivo UEFA. E’ molto bella questa sorta di Supercoppa tra Europa e Sudamerica, non so dove si giocherà io spero Napoli»

FINALE CL ED EL IN ITALIA – «Stiamo puntando sull’Europeo del 2028, da troppi anni che in Italia non si organizza un evento e voglio chiudere il ciclo con questo risultato. Così facciamo i nuovi stadi? Ha ragione Materazzi».

MONDIALE OGNI DUE ANNI – «A me non convince, significa avere una competizione ogni anno e potete immaginare cosa comporta sotto il profilo dell’organizzazione delle competizioni. Quando si disputerebbe il Mondiale femminile? Sarebbe oscurato, questo mi sembra un atto di isterismo. Cerchiamo di mantenere il romanticismo nel calcio».

RAZZISMO NEGLI STADI – «L’elemento oggettivo è che noi abbiamo adottato delle norme severissime per questi imbecilli. Queste norme diventano difficilmente applicabili quando un arbitro sospende una gara e bisogna andare tutti fuori. Pensate far uscire 60/70k persone da uno stadio, sicuramente genereremmo dei problemi difficilmente gestibili. Noi abbiamo detto fuori questi soggetti dagli stadi a vita. Dobbiamo responsabilizzare le società, con la tecnologia dobbiamo individuare i responsabili. Per questo ringrazio Juve e Fiorentina, appena individuati bisogna tenerli fuori a vita. Poi dobbiamo educarli per prevenire, recuperiamo il senso civico nella famiglia e nella scuola».

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