Italia
Gravina, colpa dei club? La Serie A non ci sta e risponde mostrando le richieste fatte negli anni
Per Gravina flop Azzurro è colpa dei club che non investono sui talenti italiani: la risposta della Lega Serie A
Nella conferenza stampa di ieri Gabriele Gravina ha scaricato molte colpe sull’eliminazione dell’Italia ai club, in particolare di Serie A, colpevoli di non investire sui talenti italiani preferendo comprare all’estero. Se la Lega ufficialmente non ha ancora parlato, la Gazzetta dello Sport ha mostrato tutte le richieste e riforme che dal 2022 i club hanno fatto e che confutano questa tesi.
Nel 2022 la Serie A aveva chiesto di «potenziare in modo significativo» l’investimento nel settore giovanile. Negli ultimi anni le squadre primavera, a partire dal 2023, hanno l’obbligo di avere in rosa cinque giocatori considerati di interesse per le nazionali azzurre, un numero che per il 2026 arriverà a 10. Capitolo seconde squadre, con la richiesta della Lega di introdurre un modello più flessibile, sull’esempio spagnolo e tedesco, o su quello inglese con un campionato Under 23 ad hoc.
Sui vivai nel febbraio di questo anno, nel documento «Il calcio italiano 2.0» le società chiedevano una tax credit vivai da riconoscere alle società che investivano nei settori giovanili. Inoltre si chiedeva il ritorno alle multiproprietà, legittime in altri Paesi, con le stesse finalità di valorizzazione dei talenti ma con un meccanismo finanziariamente più sostenibile rispetto a quello delle seconde squadre.