Grande Torino, Franco Ossola jr.: «Non ho conosciuto mio padre, ho scoperto tardi quanto sia stato un grande giocatore granata» - Calcio News 24
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Grande Torino, Franco Ossola jr.: «Non ho conosciuto mio padre, ho scoperto tardi quanto sia stato un grande giocatore granata»

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Le parole di Franco Ossola jr, figlio del calciatore morto nella tragedia del Grande Torino. Tutti i dettagli

Franco Ossola junior è il figlio di Franco Ossola, calciatore del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga, mai conosciuto perché nato 8 mesi dopo il 4 maggio 1949. Domani ricorrono i 75 anni dall’evento. Oggi si racconta al Corriere della Sera.

QUANDO HA COMINCIATO A PENSARE AL PADRE«Dai 20 anni. Prima vivevo situazioni strane. Incontravo chi mi dava una pacca sulla spalla e mi diceva: “Franchino, ho conosciuto tuo papà”. Oppure: “Io ho giocato con tuo padre”. Poi però c’erano i racconti della mamma: quelli mi hanno segnato».
SUA MADRE«Pure nelle decisioni importanti aveva l’ultima parola. Il padre acquisito è sempre rimasto in un angolo, ma lo ha fatto per non urtare la sensibilità di mia madre».
LA FAMIGLIA«Avevo una famiglia numerosa: a casa nostra siamo stati anche 12 o 13 e questo scenario ha smussato alcuni spigoli. Tuttavia ero un bambino solitario: stavo in un angolo, giocavo da solo con i soldatini, ritagliavo le figurine. Non posso dire di aver sentito in modo profondo la mancanza di Francio. Semmai l’ho avvertita dopo, quando ho preso consapevolezza di cosa avrebbe potuto essere la mia vita con lui».
COMPAGNO DI SCUOLA«Alle Medie ebbi in classe Roberto Franzoni: suo padre, ala sinistra come Franco, era stato campione d’Italia con il Torino nel 1928. Gli dicevo: “Mio papà era un calciatore”. E lui: “No, il mio lo era”. Scoprimmo che i due genitori avevano vinto lo scudetto con la stessa maglia».
SECONDO MATRIMONIO«Anche se si era risposata, mamma non ha ma messo Franco nel dimenticatoio. Mi è sempre rimasta in testa una cosa: papà si unì a lei malgrado le difficoltà che mi sono state raccontate».
LE DIFFICOLTA’«Papà è stato coraggioso prima di tutto perché a 18 anni era venuto da solo a Torino. Poi perché in famiglia a Varese non volevano che si sposasse con Piera. Nonna Angelina aveva già predisposto il suo destino sentimentale, anche se era un figlio acquisito: nonno Giovanni l’aveva sposata in seconde nozze dopo essere rimasto vedovo. Quando Franco si sposò, nel 1944, da Varese non venne nessuno e questo mamma l’ha sofferto».

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