2014

Gotze e la teoria dell’equilibrio applicata al calcio

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Viaggio nel fenomeno Mario Gotze: uno che a 22 anni ha già vinto da protagonista (quasi) tutto

Provate a fermarlo. Perché forti e consapevoli come lui, oggi in giro, ce ne sono pochi. Se poi dal suo borsello estraiamo la carta d’identità e ci soffermiamo sulla data di nascita, beh, il piatto è servito: ti chiami Mario Gotze, sei nato nel 1992, hai già vinto tre titoli di Bundesliga con due squadre diverse e sei il match-winner del Mondiale brasiliano.

ESSERE MARIO GOTZE – Il fenomeno di Memmingen è già tutto questo: talento cristallino – con Reus al servizio di Lewandowski – nel Borussia Dortmund che ha riscritto la recente storia del calcio tedesco e sfiorato l’impresa internazionale, ci si interrogava su come fosse possibile che riuscisse ad incidere in peso così determinante a diciotto candeline appena spente. Un triennio magico in prima squadra – dopo la trafila delle giovanili – che non a caso gli è valso la chiamata del Bayern Monaco quando di anni ne aveva ventuno: 37 milioni di euro nelle casse giallonere per il calciatore tedesco più pagato della storia dopo Mesut Ozil (45 milioni investiti dall’Arsenal per garantirsene le prestazioni). Intanto il suo palmarès si arricchiva di trofei: oggi gli scudetti sono tre, le Coppe di Germania due, uno il Mondiale per club così come la Supercoppa europea.

IL PASSAGGIO AL BAYERN NELL’ERA GUARDIOLA – Non vi posso nascondere come nella scorsa stagione abbia guardato praticamente tutte le partite del Bayern Monaco perché intrigato dalla gestione che Pep Guardiola ha riservato a questo fuoriclasse: Mario Gotze è stato il suo equilibrio, lo ha spostato a piacimento in ogni fazzoletto di metà campo avversaria fino a reinventarselo falso nueve, con interpreti ben più pesanti fisicamente che gli giravano intorno. Una contraddizione nei sensi, uno spettacolo nella realtà. Il funambolo tedesco ha interpretato il ruolo alla perfezione senza concedere punti di riferimento e favorendo un possesso palla più dinamico rispetto alle pagine barcelloniane, interpretato in chiave verticale. Qualità inaudita fino agli ultimi metri di campo grazie a questo genietto che non soltanto sa duettare alla perfezione con il resto della squadra ma che è in grado anche di segnare con una certa continuità: medie realizzative esplose (11 gol in 20 partite, alcune delle quali soltanto spezzoni, 80 le reti in carriera) nel corso dell’attuale stagione, seppur abbia percorso qualche metro all’indietro per fare spazio all’arrivo dell’amico Robert Lewandowski. Tanto uno come lui – con talento sudamericano e razionalità tedesca – puoi metterlo ovunque: difficile ricordare precedenti che abbinino tanta qualità ad altrettanta malleabilità.

L’UOMO MONDIALE – La chicca del falso nueve non è sfuggita al selezionatore della nazionale tedesca: Joaquim Loew ne ha fatto virtù – come accade in un Paese che non ha timore di attingere il meglio dagli altri pur di riuscire nell’intento – ed ha trapiantato il modello Bayern nella sua Germania. Attenzione: facendone una risorsa aggiuntiva. Nell’arco di Brasile 2014 il commissario tecnico ha alternato alla perfezione un impianto classico dotato di un centravanti puro – il recordman Miroslav Klose – con una creatura capace di muoversi in blocco senza concedere punti di riferimento. Così ha vinto il Mondiale: nella combattuta finale con l’Argentina di Leo Messi, Loew scelse di iniziare con Klose salvo poi ripiegare su Gotze, non a caso decisivo nel colpo che ha portato la tanto agognata Coppa in Germania. Sì, Mario Gotze a 22 anni ha già fatto tutto questo: ha vinto tutto da protagonista, all’appello manca la Champions League ma siamo pronti a scommettere che sia una questione risolvibile a breve termine. Dopo Neymar è il classe ’92 più forte al mondo ed è godimento del calcio mondiale per il prossimo decennio. “L’equilibrio tranquillizza ma la pazzia è molto più interessante”, proferiva il filosofo gallese Bertrand Russell. Beh, nell’applicazione alla materia calcio, qui abbiamo la gioia di ogni allenatore: un tranquillizzante e follemente geniale equilibrista.

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