2012

Gol-pertina, recension di: “Le frasi più esilaranti del mondo del calcio”

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“Rigore è quando arbitro fischia” è una famosa frase di Vujadin Boskov, ma soprattutto il libro di Marco Giuliani che raccoglie le frasi più divertenti del mondo del calcio. L’autore compie un excursus temporale che fa riscoprire personaggi rustici e situazioni appartenenti ad un mondo lontano dalle logiche di comunicazione che oggi dominano il calcio.

“Gli italiani perdono le partite di calcio come fossero guerre e le guerre come fossero partite di calcio” (Winston Churchill)

I protagonisti del pallone, in Italia, hanno sempre cercato di proporre un’immagine colta e forbita, cadendo invece frequentemente in pessimi errori con tempi verbali sbagliati, proverbi trasformati e solenni fesserie.

Il viaggio comincia con Gianni Brera e il suo linguaggio aulico con cui è stato capace di creare degli affreschi di azioni di gioco e di elevarle a letteratura. I radiocronisti di “Tutto il calcio minuto per minuto” hanno stabilito un modo di raccontare il calcio che continua ad influenzare le nuove leve. Il “clamoroso al Cibali” di Sandro Ciotti è ancora oggi più attuale che mai.

La tv non è certo immune da figuracce, infatti personaggi come Aldo Biscardi e Maurizio Mosca, trovano ampio spazio nel libro. I veri protagonisti rimangono come sempre coloro che il calcio lo fanno e non chi lo racconta: giocatori, allenatori e presidenti. Leggendo le varie citazioni, però si evince il significato vero del calcio in cui gli avversari e la presa in giro diventano il vero terzo tempo.

“Nel calcio di oggi segni un gol e sei un campione, prendi un palo e sei un coglione!” (Gigi Simoni)

I momenti più belli rimangono quelli legati al vecchio calcio e Marco Giuliani riesce nell’intento di raccontarci quei lampi attraverso le frasi di chi non solo quel calcio l’ha vissuto, ma ne è stato parte.

Infine un consigli, ancora moderno, per i calciatori di oggi lo regala Nereo Rocco: “Colpite tutto quel che si muove a pelo d’erba. Se è il pallone, pazienza….”.

di Fabiola Rieti

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