2009

Giuseppe Signori, Re della Curva Nord

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“Sei troppo piccolo”, “Sei troppo gracile”. Così gli era stato detto e ripetuto, così gli erano state sbattute molte porte in faccia, ma da bravo ragazzo naive che era, faceva entrare le parole da un’orecchio e subito dopo uscivano dall’altro. Se Signori avesse ascoltato i suoi tecnici durante il periodo delle giovanili, ci saremmo persi uno dei più grandi bomber del calcio italiano, ed un’icona del nostro campionato con quel sinistro che non finiva mai di stupire ed il suo modo di battere i calci piazzati, principalmente i rigori, senza prendere alcuna rincorsa.

Giuseppe Signori nasce il 17 febbraio 1968 ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. Come molti ragazzi italiani, la sua passione è lo sport del calcio, e sin da piccolo inizia a coltivare il sogno di poter calcare i palcoscenici della Serie A. Muove i primi passi nella squadra locale, ed all’età  di 10 anni viene provinato per l’Atalanta, ma gli orobici lo scartano a causa della sua statura fisica minuta. Supera però con successo un altro periodo di prova all’Inter, ma anche lì, dopo quattro anni, Mario Corso, ai tempi allenatore della Primavera, confida a Beppe che non ha le doti fisiche dei suoi coetanei. Il giocatore è libero di trovarsi un’altra squadra e Signori rinizia da capo, dalla Berretti dell’AlbinoLeffe, giocando poi gli inter-regionali nella stagione 1984/1985 dove si mette in evidenza grazie alle 5 reti segnate in 8 presenze. La squadra bergamasca ottiene la promozione storica in C2 e la punta italiana diventa subito idolo della tifoseria.
Nonostante la vena realizzativa importante, l’allenatore lo considera più adatto al ruolo di esterno di fascia, vista la sua grande rapidità , facilitata dal baricentro basso, ed il tocco vellutato del suo sinistro magico, con il quale sforna assist a caterve per i compagni. A Signori non piace molto il ruolo, ma il suo spirito di sacrificio e la sua voglia di giocare lo spingono ad accettare questa nuova posizione. Alla fine della stagione i numeri parlano chiaro, ed evidenziano che il giocatore segna solamente 3 gol in 30 presenze, ma è protagonista di gran parte delle azioni decisive. Molte squadre iniziano a seguire i suoi progressi, e nel 1986/1987 è il Piacenza ad aggiudicarsi il talento di BeppeGol.

Gli emiliani giocano il campionato di Serie C1, ma Signori non mantiene le aspettative iniziali e gioca solamente 14 partite, la maggior parte partendo dalla panchina. La stagione seguente, il Piacenza decide di mandarlo in prestito per valorizzare il suo talento, e Signori gioca per una stagione nel Trento, sempre in Serie C. Le sue prestazioni sono brillanti e Beppe si afferma come uno dei migliori esterni del campionato, giocando 31 gare e segnando un gol.
Visti i progressi, il Piacenza decide di riportarlo alla base per dargli una nuova opportunità . Il giocatore è maturato molto ed ora con la squadra allenata prima da Enrico Catuzzi, e poi da Attilio Perotti, disputa il campionato cadetto di Serie B. Il suo talento è indiscusso e grazie ai 32 match giocati, conditi da 5 gol, attrae le attenzioni di vari osservatori.

Tuttavia, nessuno è interessato a Signori quanto l’allora allenatore del Foggia, Zedenek Zeman. Il boemo stava portando il club rossonero in auge grazie al suo gioco “champagne” tutto riversato in avanti, e l’attaccante calzava alla perfezione per il ruolo di esterno nel 4-3-3 disegnato dal tecnico. Il club pugliese lo acquista, ma durante il pre-campionato Zeman individua le qualità  per fare di Signori un bomber assoluto e gli dice tranquillamente di scordare il suo passato da esterno puro. E’ così che nasce il famoso “trio delle meraviglie” composto da Baiano-Signori-Rambaudi. Grazie ai 14 gol messi a segno, la punta bergamasca diventa l’idolo indiscusso dei tifosi rossoneri, ma è solo l’inizio. La stagione successiva il calciatore va a segno altre 11 volte, contribuendo alla promozione in Serie A del Foggia. Nel 1991, Signori rimane vittima di un terribile incidente stradale nel Foggiano, ma ne esce illeso grazie ad un miracolo che il calciatore attribuisce alla canottiera che sua madre aveva fatto santificare alla tomba di Padre Pio. Da quel giorno in poi, il centravanti indossa sempre quell’indumento sacro sotto le sue maglie da gioco.
La massima serie non spaventa BeppeGol, che impressiona subito, marcando 11 gol in 32 partite. Il Foggia di Zeman si piazza all’undicesimo posto. Grazie alle prestazioni con i pugliesi attira su di sè anche le attenzioni di Arrigo Sacchi, allora c.t. della Nazionale italiana, e Signori gioca regolarmente durante le partite valide per la qualificazioni ai Mondiali del 1994, alternandosi nel ruolo di esterno e di attaccante puro. Segna ben tre gol in questa fase del torneo, aiutando l’Italia a qualificarsi per i Mondiali di USA ’94.

E’ inevitabile a questo punto l’interesse da parte di club di caratura elevatissima, ma quando Zeman si trasferisce alla Lazio del neo-presidente Sergio Cragnotti nel ’92/’93, il tecnico boemo porta con sè alcuni giocatori del “suo” Foggia, tra i quali anche Beppe. La pressione su di lui è molta: se ne è andato un idolo per i tifosi laziali come Ruben Sosa, capace di segnare 40 gol in 124 presenze, numeri che fanno girare la testa al giovane goleador, il quale però non si intimorisce e si carica sulle spalle queta pesante eredità . La prima stagione in biancoceleste è straordinaria. Il bomber piccolo, rapido e capace di siglare reti d’autore segna un totale di 26 gol in 32 partite, aggiudicandosi la calssifica capocannonieri, ed i sostenitori dell’Olimpico non esitano a denominarlo subito il Re. Oltre alle reti in campionato, realizza anche 6 marcature in 6 gare di Coppa Italia. Al termine della stagione la squadra capitolina arriva al quinto posto e si qualifica per una posizione in Europa.
Purtroppo l’annata seguente è parzialmente rovinata da diversi infortuni, il vero cruccio della carriera di questo giocatore, ma nonostante questi problemi, Signori riesce a mettere a segno 23 gol in appena 24 partite, numeri incredibili anche per un talento come lui (una media di 0.96 gol a partita), grazie a cui conquista la seconda classifica cannonieri di fila. Tuttavia, a causa dei succitati problemi fisici, Beppe scende in campo solamente una volta in Coppa Uefa e tre volte in Coppa Italia.

C’è grande attesa per il Mondiale del ’94 e Signori è presentato come uno dei grandi protagonisti assieme a Roberto Baggio. Sacchi infatti pensa di schierare i due attaccanti assieme, andando contro il suo ideale di utilizzare una coppia di punte di statura complementare (ossia uno più alto ed uno più basso). L’esordio contro l’Irlanda è una delusione, ed il c.t. sostituisce Signori all’84’ per inserire Nicola Berti, con l’Italia che perde per 1-0. L’ex allenatore del Milan sa che qualcosa va cambiato e dice a BeppeGol di giocare nel suo vecchio ruolo di esterno sinistro. Il giocatore, certamente non contento, ma comunque umile, accetta la decisione e “sgobba” sulla fascia sinistra. Quando contro la Norvegia viene espulso Gianluca Pagliuca, Sacchi decide di togliere dal campo Baggio e lascia Signori, beccandosi anche gli insulti del “divin codino”, ma alla fine sarà  una scelta azzeccata, poichè il giocatore laziale disputa una delle migliori partite della sua carriera, complice forse anche la notizia della maternità  della sua fidanzata. L’Italia vince grazie ad una punizione battuta proprio da Signori che termina sulla testa di Dino Baggio e finisce in rete. Il bergamasco gioca in maniera decisiva anche contro la Spagna nei quarti di finale, servendo l’assist vincente per Roberto Baggio.
Nonostante il buon andazzo, viste le condizioni climatiche rese pesanti dall’alto tasso di umidità , Signori chiede a Sacchi di non giocare più nel ruolo di esterno, ed il c.t. lo accontenta solo in parte, lasciandolo in panchina relegandolo quindi a riserva. Durante la finale del Mondiale tutti si aspettano Signori in campo e Roberto Baggio (sofferente per un problema muscolare)Ã? in panchina, ma alla fine è il codino a scendere tra gli undici titolari. L’errore fatale fu quello di non effettuare la terza sostituzione prima dei rigori, lasciando in panchina due specialisti come Signori e Zola. Tutti sappiamo come andò a finire. I dissidi tra Signori e Sacchi continuano anche dopo la spedizione a stelle e strisce, ed il tecnico di Fusignano decide di non chiamare più la punta, che gioca la sua ultima gara in azzurro nel 1995.

L’anno successivo, Signori gioca alla grande con la sua Lazio, trascinando il club al secondo posto in campionato e segnando 17 gol in 27 partite (oltre ad altri 4 in 5 gare di Coppa Italia). E’ la stella indiscussa della Roma biancoceleste ed è ormai capitano della squadra. Nell’annata 1995/1996 mette a segno altri 24 gol che gli valgono il terzo titolo da capocannoniere in biancoceleste ed il terzo posto per la Lazio in campionato.
In estate però accade l’inaspettato: Signori viene ceduto al Parma e si scatena una vera e propria rivolta da parte dei tifosi. Il calciatore, di sua spontanea iniziativa, decide di andare dal presidente Cragnotti a chiedere di non essere ceduto per rimanere fedele a quelle persone che lo hanno sempre sostenuto. Alla fine Beppe rimane a Roma per la gioia dei fans capitolini.
Nel 1996/1997 segna 15 gol in 32 gare e la Lazio arriva sempre nelle zone alte del campionato, conquistando il quarto posto. Tuttavia, Cragnotti vuole ambire allo scudetto, e decide di cambiare allenatore. Negli ultimi mesi della stagione precedente, Zoff era subentrato a Zeman, ma il presidente punta ad un personaggio più carismatico, identificato in Sven-Gà¶ran Eriksson, ai tempi allenatore della Sampdoria.
Il cambio in panchina condiziona l’esperienza biancoceleste di Signori. In estate arrivano talenti del calibro di Roberto Mancini e Alen Boksic, i quali si aggiungono a Casiraghi e Nedved. Lo svedese e l’attaccante non legano, e dopo le prime sette giornate il Re viene relegato in panchina. Al suo posto viene preferito il “pupillo” Mancini. Tuttavia, la goccia che fa traboccare il vaso arriva in Coppa Uefa, quando Eriksson fa riscaldare Beppe per 45′ minuti senza farlo entrare in campo. Il giocatore se ne va anzitempo dal campo e lascia lo stadio a bordo della sua macchina, dalla quale, in lacrime, chiama Cragnotti e chiede la cessione immediata.

Qualche settimana dopo il bomber viene accontentato e si trasferisce alla Sampdoria, ma questa è la parentesi più buia della sua ottima carriera, poichè un infortunio alla schiena lo ferma per il resto della stagione. Signori torna alla Lazio, dove viene schierato sporadicamente prima di subire un altro pesante infortunio alla gamba. Il giocatore si deprime, pensando anche al ritiro, e non riesce a trovare un club che punti su di lui e gli conceda la richiesta continuità .
Nell’estate del 1998 arriva la chiamata di Oreste Cinquini, allora d.s. del Bologna, il quale è alla ricerca di un nuovo “talismano” dopo l’addio di Baggio. Signori non ci pensa due volte ed accetta subito la proposta felsinea. In Emilia, Beppe vive una seconda giovinezza e, dopo essersi ripreso dai suoi problemi psicofisici, trascina i rossoblù con 15 gol in 28 partite di Serie A, raggiungendo anche le semi-finali di Coppa Uefa (edizione in cui Signori segna 6 gol in 12 partite). Molto del successo della squadra passa dalle mani di Carletto Mazzone, che Signori definisce un vero e proprio padre e ritiene tutt’ora “il miglior gestore di un gruppo mai esistito”. Il Bologna termina nono nel campionato italiano e Signori forma una coppia ben assortita con il pennellone Kennet Andersson, abile nelloÃ? sfruttare molti degli assist forniti dall’italiano.
Anche la stagione seguente è positiva, con altri 15 gol, di cui uno solo su calcio di rigore. La squadra raggiunge un 11Ã?° posto in classifica che equivale ad una tranquilla salvezza e Signori rinnova con il club fino al 2003.

Tuttavia, la stagione seguente subisce un altro infortunio e torna a pieno regime solo dopo la sosta natalizia. La seconda parte del campionato è strepitosa, BeppeGol torna alle medie di un tempo e insacca il pallone in rete per 16 volte in sole 23 partite. Inutile dire che anche qui diventa il leader indiscusso e idolo dei tifosi. I problemi fisici però lo tormentano sempre ed anche la stagione 2001/2002 è per lui travagliata. La reazione arriva nella stagione successiva, in cui mette a segno 12 gol in 24 gare, anche se durante l’annata ci saranno dei problemi con il tecnico Guidolin.
Pare che questo sia l’ultimo campionato del bomber in rossoblu. Su di lui piombano Chelsea, Lazio, Siena ed alcuni club “esotici” pronti ad offrirgli denaro a volontà . Come durante il periodo alla Lazio, anche i tifosi del Bologna effettuano una vera e propria insurrezione cittadina che porta alle dimissioni di Guidolin ed al conseguente ritorno di Mazzone. A questo punto Beppe ci ripensa e rimane anche per la stagione 2003/2004. Ormai, però, il fisico non regge più come prima e gioca solamente 23 gare contribuendo con 6 gol.
Signori, ormai 36enne, ammette che la Serie A è un palcoscenico troppo pesante per il suo fisico e dopo 186 gol lascia il massimo campionato italiano per firmare con l’Iraklis nella Serie A greca, ma gioca solamente cinque partite. Prova un’ultima esperienza all’estero nelle fila del Sopron, in Ungheria, dove ha la gioia di segnare 3 reti in 9 gare.

Questa è stata l’ultima stagione da professionista di Signori che decide di appendere le scarpe al chiodo. Rimane ugualmente nel mondo del calcio, prima come commentatore tv, per poi iniziare il corso per acquisire il tesserino da allenatore che consegue senza alcun problema. Ha ricoperto il ruolo come direttore tecnico alla Ternana in Serie C fino al gennaio del 2009, quando si dimette poichè nascono incongruenze con la società .

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