2020
Accardi: «Ripresa campionati? Mi piace l’idea di Stirpe. Sul prossimo mercato…» – ESCLUSIVA
Giuseppe Accardi ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni del prossimo calciomercato e di alcuni temi caldi della Serie A. Le sue parole
Giuseppe Accardi non ha peli sulla lingua. Dice le cose come stanno sempre e comunque. In un momento mai così incerto del calcio, il noto procuratore sportivo ha dato il suo punto di vista sui temi caldi della Serie A. Queste le parole di Accardi sul prossimo calciomercato e sulla ripresa del campionato.
Beppe come stai e come stai passando queste settimane?
«Fortunatamente stiamo bene di salute, questa è la cosa più importante».
Cosa ne pensi dell’ipotesi della FIFA di prolungare il calciomercato da agosto fino alla fine dell’anno?
«Se i campionati slittassero a ridosso dell’inizio calciomercato allora ci starebbe come idea, in caso contrario fare il mercato fino a dicembre mi sembra una follia. Avrebbe senso solo se il mercato iniziasse a settembre e allora sì che potrebbe finire a dicembre. Detto che tutto dipenderà da quando ricominceranno a giocare i campionati».
Passando alla Serie A, annulleresti la stagione o la faresti ricominciare?
«Come fai ad annullare la stagione? Io ho letto la proposta del presidente del Frosinone (Maurizio Stirpe ndr) che a me sembra quella più intelligente di tutte. A settembre ricominciamo questo campionato con le ultime giornate che ci mancano e poi continuiamo a giocare il nuovo campionato. Si faranno più partite ma quantomeno non si creeranno degli scompensi. Non hai altre soluzioni a meno che a fine maggio non hai la possibilità di riprendere tutto ma mi sembra un’ipotesi azzardata».
Quindi tu scarti a priori i playoff?
«Ti chiedo, come fai a farli? Con il fatto che mancano 12 partite è impensabile. Da qualsiasi parte tu la giri ci sarà sempre qualcuno che sarà scontento. Chi si deve sedere e trovare la soluzione avrà delle belle gatte da pelare. Se non puoi partire a maggio partirei a giugno o metà giugno giocando tre partite a settimana, tanto le società ha 25-28 giocatori e possono farlo, usi l’estate per finire il campionato, una settimana di vacanza ad agosto e dopo di che riparti con la nuova stagione e buonanotte».
Tornando sul mercato, che calciomercato ti aspetti visto che risentirà della crisi economica?
«Sarà un mercato molto complicato e difficile. Secondo me qualche squadra un colpo importante lo metterà a segno, non alle cifre di una volta forse. Un ridimensionamento verso il basso ci sarà per forza».
Quindi nessun colpo alla Lukaku o de Ligt…
«Secondo me no. Ci possono essere ma con cifre diverse anche perchè le squadre avendo bisogno di liquidità non avranno la forza per permettersi di spendere troppi soldi».
Ibrahimovic Milan, Cristiano Ronaldo Juve e Immobile Lazio. Chi resta e chi va via in estate?
«Secondo me Ibrahimovic andrà via a fine stagione visto che non è soddisfatto di quello che sta succedendo al Milan. Ronaldo rimane ancora un’altra stagione mentre per Immobile c’è da fare un discorso. Il Napoli è molto interessato a lui ma la Lazio ha interesse a vendere Immobile quest’anno con il livellamento in basso che ci sarà per le cifre di vendita e acquisizione? Se l’avessi venduto con un’altra situazione avresti potuto chiedere i soldi che volevi, se lo vendi in una situazione emergenza non puoi pretendere più di tanto».
Questo livellamento in basso dei prezzi di mercato potrà aiutare le “piccole” in Serie A a fare mercati importanti?
«Ogni squadra ha una prerogativa: le società devono essere in grado di andare a scegliere che hanno le qualità per inserirsi in un certo contesto e tante volte non è un problema di soldi».
Che idea ti sei fatto sul taglio degli stipendi dei calciatori?
«Bisogna partire da un presupposto. I giocatori sono dei dipendenti a tempo determinato che hanno sottoscritto un accordo contrattuale liberalmente negoziato con la società. Credo che ogni giocatore abbia il diritto di ridiscutere la sua situazione. Non ci può essere un sindacato che vada a discutere gli interessi dei calciatori. I giocatori non sono stupidi e hanno la sensibilità per capire la situazione di emergenza ma credo che siano legittimati a decidere ognuno con la propria testa che accordi prendere con i club».
L’AIC non dovrebbe avere troppa voce in capitolo insomma…
«Ma come fa l’AIC a fare un accordo per conto dei calciatori quando ogni calciatore ha sottoscritto un contratto singolo che scaturisce e nasce da una negoziazione. È già un errore che l’AIC si sieda al tavolo a discutere, possono sensibilizzare i calciatori in una situazione d’emergenza. A parlare con i soldi degli altri siamo tutti bravi, è normale che i calciatori qualcosa devono fare e hanno già dimostrato che lo faranno in queste settimane. Ma noi parliamo di accordi contrattuali che sono privati. I giocatori che sono in A che hanno degli stipendi normalissimi che fanno? Rinunciano a tre mesi di stipendio?»
Quindi cosa faresti?
«Discutere questa situazione è scomodo per tutti, di sicuro la cosa più semplice sarebbe quella di trovare un modo per dare un senso ad ogni contratto. Sai quanti giocatori rischia di perdere l’AIC facendo così? Secondo me tanti. Poi non capisco perchè i calciatori vengono presi a male parole da tutti. Vorrei la gente ogni tanto si ricordasse che il calcio è il secondo o terzo business dello stato italiano e che con i contributi dei giocatori tengono in piedi l’INPS».