2020
Giro d’Italia caos: sciopero dei corridori e polemiche
Giornata pazzesca al Giro d’Italia: i corridori scioperano all’ultimo minuto contro il maltempo e la lunghezza della tappa, costringendo gli organizzatori ad accorciare il chilometraggio. Ma le polemiche infuriano…
Non c’è pace per l’edizione 2020 del Giro d’Italia. Dopo lo scoppio della bolla Covid, le varie positività e il conseguente abbandono di ben due formazioni, ci mancava anche la protesta dei corridori.
Secondo le cronache di questa mattina, a soli 20 minuti dalla partenza ufficiale, alcuni rappresentanti del gruppo si sono presentati davanti all’organizzazione per esprimere la volontà di non partire per la 19^ tappa, la più lunga con i suoi 258 km da Morbegno ad Asti. Una tappa in realtà senza difficoltà altimetriche perché totalmente pianeggiante, ma che segue le grandi fatiche sulle Alpi di questi giorni. E per di più contraddistinta dal maltempo atteso per tutto il pomeriggio. Una presa di posizione giustificata dai corridori con la salvaguardia della salute, a maggior ragione in periodo Covid.
Uno sciopero dell’ultimo minuto totalmente inatteso che ha costretto gli organizzatori della corsa a trovare in fretta e furia una soluzione: trasferimento in pullman verso Abbiategrasso, laddove è stata data la partenza verso Asti con appena 124 km da percorrere. Situazione salvata in calcio d’angolo dunque dall’organizzazione di Mauro Vegni, il quale, però, è andato su tutte le furie davanti ai microfoni RAI: «Abbiamo subito la decisione, non l’abbiamo accettata. Chiudiamo il Giro, ma a bocce ferme qualcuno pagherà anche questo. Avevamo già dimostrato altre volte che sappiamo riorganizzarci, ma questo non toglie il rammarico e la brutta figura che oggi abbiamo fatto come ciclismo dopo tutto quello che abbiamo fatto per organizzare questo Giro e portarlo a Milano. Questa brutta figura cancella tutto il lavoro fatto».