2017

Giovinco sulla Nazionale: «Cosa posso fare in più?»

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L’ex attaccante della Juventus, Sebastian Giovinco, continua a sorprendere in MLS, senza però essere preso in considerazione dal ct Ventura

Sebastian Giovinco, ex attaccante della Juventus ora in MLS al Toronto, ha rilasciato una corposa intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui ha affrontato vari argomenti: dalla sua avventura oltreoceano alla Nazionale Italiana. Queste le parole della Formica Atomica: «Perché Ventura non mi ha mai chiamato? Non faccio io certe considerazioni. Io provo a fare il mio lavoro sempre al meglio, senza farmi influenzare da ciò che sfugge al mio potere. La Spagna ha chiamato Villa che gioca in MLS? Ci saranno criteri di valutazione diversi. Cosa devo fare? Non posso strapparmi i capelli, li ho cortissimi. Il mio agente ha attaccato il ct? Lui è di parte. E’ normale comunque che per un calciatore giocare in nazionale è l’aspirazione massima. Se ho perso le speranze? Io continuerò su questa strada: fare bene nel mio club. Se dovessero chiamarmi, sarei felice. Il mio allenatore dice che sono uno dei migliori calciatori arrivati in 21 anni di storia di MLS? Mi fa piacere, ma anche lui è di parte. Ammetto di aver avuto un impatto importante in questa competizione. Però penso che se calciatori come Kakà o Villa sarebbero venuti qui da giovani, non ci sarebbe stata storia. Se ho nostalgia di una big d’Europa? Qui sto bene, mi diverto. Però quando vedo le gare di Champions o di Serie A, ogni tanto faccio un pensierino. Pentito di non aver accettato la corte del Barca un anno fa ora che Neymar è andato via? Con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Qui dicono che batto le punizioni meglio di Messi? Per favore, non facciamo paragoni. Ma ho un grande qualità, non lo rinnego».
Giovinco ha poi parlato del suo Toronto e della possibilità di vincere la MLS: «Per ora abbiamo archiviato il Supporters’ Shield, ovvero abbiamo fatto più punti di tutti in regular season. Se fosse un torneo europeo, avremmo vinto il campionato: invece qui ci sono i playoff. Dobbiamo conquistare il trofeo e riscattare la finale dello scorso anno. Perdere ai rigori davanti ai nostri tifosi, ha lasciato una doppia amarezza. E’ stato come andare a Roma e non vedere il Papa. Se la MLS in tre anni è migliorata? E’ cresciuta sicuramente. Non è ancora ai livelli dei top campionati europei, ma dipende molto dalla voglia che si mette in campo. Stanno arrivando nomi importanti e tanti sudamericani di qualità. Come funziona la Var qui? E’ un bene. Non c’erano gli assistenti di porta, quindi gli arbitri hanno un grande aiuto. E poi nel Nord America c’è già una mentalità predisposta. Infatti la moviola esiste da anni nel basket e nel football. Qui raramente ci sono polemiche come da noi».
Sulla Serie A: «Napoli e Atalanta giocano molto bene. Gli azzurri sono attrezzati per lottare fino in fondo. Se la Juve resta la più forte? In Italia sì. Penso vincerà lo scudetto, ma attenzione a Napoli, Roma e Inter.  Quali giocatori di A mi piacciono? E’ scontato: Dybala e Mertens. Insigne quello che mi somiglia di più? Forse fisicamente. Io sono un po’ più punta di lui, ma non voglio fare paragoni. In che posizione potrebbe arrivare il mio Toronto in Serie A? Penso si salverebbe sicuramente, forse a metà classifica».
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