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Giovanni Galli: «Maignan è uno che “gioca” la partita anche quando il Milan attacca»

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Le parole di Giovanni Galli, ex portiere del Milan, sul calciatore francese ex Lille. Tutti i dettagli in merito

SportWeek oggi in edicola propone Mike Maignan in copertina, con una lunga intervista al numero 1 francese. Nel Milan dei grandi ha giocato Giovanni Galli, che a sua volta racconta cosa pensi dei portieri di oggi e quali caratteristiche debbano avere per riuscire a distinguersi.

MAIGNAN«Questo ragazzo ha fatto due stagioni importanti in Serie A, è migliorato molto da quando è arrivato in Italia, tanto da essere finalmente diventato il titolare della nazionale francese. Detto questo, credo che due anni, neanche pieni considerando l’infortunio al polpaccio che lo ha tenuto fuori per mesi durante l’ultimo campionato, siano ancora troppo pochi per definirlo il migliore in assoluto. Si è certamente elevato a protagonista, è entrato nel gruppo ristretto dei migliori in Europa, ma altri, rispetto a lui, hanno uno “storico”, un bagaglio di esperienza e di vittorie, di cui bisogna tenere conto».
PERSONALITA‘ – «Esistono due categorie di portieri: quelli che giocano la partita e quelli che la subiscono. Maignan è uno che “gioca” partita perché partecipa al gioco della squadra, spinge con la voce e con i gesti i compagni in avanti, li guida non solo quando devono piazzarsi a difesa della sua porta, ma pure quando la palla è nell’altra metà campo. Tutti abbiamo negli occhi le immagini che lo riprendono mentre suggerisce loro come disporsi su una punizione al limite dell’area avversaria. Un altro è Onana. Poi ci stanno i portieri che stanno fermi sotto la traversa a vedere cosa succede. Aspettano gli gli eventi. Maignan è invece un giocatore di movimento in più, sempre fuori dall’area ad accompagnare e spronare i suoi. Spingere, appunto. E non solo dal punto di vista emotivo».
VENDERE MAIGNAN O TONALI«Sono due cose diverse. Sotto l’aspetto tecnico, rimpiazzare un portiere come Maignan, che a fine campionato ti ha portato 5-6 punti in più con le sue parate, è più difficile che sostituire un giocatore di movimento, a meno che non sia un centravanti da 20 gol. Nel caso di Tonali prevale la sensazione che si sia ammainata una bandiera. La cessione è stata difficile da digerire soprattutto per questo. Anch’io pensavo che, grazie all’esempio, per la generosità che metteva in campo, quel ragazzo potesse incarnare il milanismo più puro».
LE GIOCATE DI PIEDE DI EDERSON«Sì, ma se Ederson non fa la parata su Lukaku, nel finale col City in vantaggio 1-0, sai dove se le metteva le sue giocate coi piedi…?».

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